Colpo di scena, dal Piemonte alla Sicilia. Italvolt cambia spartito. Dicendo addio al progetto di realizzare una gigafactory di batterie a Ivrea, nell’ex polo Olivetti, e puntando su Termini Imerese, stabilimento Fiat dal 1970, dismesso nel 2011, poi sotto Blutec, società specializzata di componenti per auto. Esperienza finita male nel 2019 con gli arresti domiciliari per malversazione ai danni dello Stato del presidente Roberto Ginatta e dell’amministratore delegato Cosimo Di Cursi e il sequestro da parte della Guardia di Finanza. Un finale mesto..

Si tratterebbe di un piano da 3,5 miliardi di euro, le grandi fabbriche di accumulatori per auto elettriche tengono banco, decisive per il futuro della diffusione della nuova mobilità decisa dall’Europa. E ancora tutta da organizzare.
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Termini Imerese, il piano di Italvolt
C’è stato un avvicinamento Lars Carlstrom, a.d. di Italvolt, punta su Termini Imerese, presentando alle istituzioni e alle organizzazioni sindacali locali il suo piano. In tre anni punta a realizzare una gigafactory con cinque linee di produzione che dovrebbero impegnare circa 2.000 dipendenti. Numeri importanti.
Una questione delicata quella della fabbrica di batterie. Italvolt ha prospettato un investimento iniziale proprio di 5 milioni di euro, esiguo rispetto al totale del piano, ma Carlstrom si è proclamato ottimista riguardo la raccolta di fondi. Un gradino molto alto …

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Ultima modifica: 16 Marzo 2023