La targa auto estera salva gli italiani “furbetti” che non vogliono prendere multe? Di questo argomento avevamo già parlato, ma rimane sempre di grande attualità.
Il Codice della Strada parla chiaro. I veicoli immatricolati in paesi diversi dall’Italia e di proprietà di cittadini residenti in Italia (anche con nazionalità diversa da quella italiana) possono circolare nel nostro territorio al massimo per un anno.
Cambia però se il proprietario di un veicolo con targa straniera non è residente in Italia, ma in un qualsiasi Paese della Comunità Europea. Se l’auto è immatricolata nello stesso Stato di residenza, la circolazione è permessa in Italia ed in tutta la Comunità senza limiti temporali.
E quindi? Significa niente multe ricevute (non esigibili) e assicurazioni (all’estero) molto più basse. Una pratica molto comune è il rating. Ovvero il noleggio di auto immatricolate in altri Stati europei. La vettura di solito viene acquistata dal proprietario e ceduto, per la gestione e l’immatricolazione, ad una società straniera. Che lo immatricola a proprio nome in altro Paese e lo concede in uso allo stesso proprietario. Non è illegale, ma qualcosa potrebbe stonare.
Se il rating è realizzato nel rispetto delle norme fiscali e tributarie, è una corretta espressione del principio di libera circolazione dei beni in ambito comunitario. E quindi lecito in Italia. Ma se cela elusione fiscale o tributaria può essere considerati illecito ed essere perseguito.
Casus belli
E’ tutto da verificare. Ma intanto un giudice di pace di Pavullo nel Frignano ha mosso le acque, almeno per quanto riguarda gli stranieri. In pratica per far scattare la sanzione per mancata reimmatricolazione con targa italiana di un veicolo straniero è sufficiente che un automobilista venga colto in Italia al volante della stessa auto per tre volte, in un lasso di tempo superiore ai sei mesi. Potrebbe davvero cambiare qualcosa.
Ultima modifica: 23 Gennaio 2018