Incentivi intelligenti e sgravi fiscali per un vero rilancio

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La carica degli incentivi ha rimesso in moto il mercato dell’auto. È una ricetta infallibile, quella degli sgravi a carico dello stato, che ripete il suo successo ad ogni applicazione.

Ma questa volta la valenza degli incentivi è ancora più alta. L’obiettivo dichiarato dal governo è di rilanciare le vendite dopo la profonda depressione prodotta dal Covid-19.

Ma c’è un secondo traguardo da conseguire: lo svecchiamento del parco auto e l’acquisto di vetture più virtuose e meno inquinanti.

Su questo piano si può fare di più e di meglio, se si evitano i rigidi steccati imposti fino ad oggi dalle quattro diverse categorie di auto previste dal Decreto Agosto.

Leggi anche: esauriti gli incentivi per la fascia 91-110 g/km di CO2

Giusto concedere aiuti più sostanziosi per i modelli meno inquinanti (elettriche pure o auto ibride con ricarica alla spina). Ma non dimentichiamoci della fascia da 91 a 110 g/km di emissioni, che rappresenta oggi il 40% del mercato italiano.

In questa categoria sono comprese vetture a benzina o diesel con motori molto evoluti e poco inquinanti. Peccato che i 100 mlioni di incentivi dedicati a questa fascia siano già stati polverizzati.

Incentivi intelligenti e flessibili

Mentre elettriche e ibride hanno ancora montepremi in gran parte inutilizzati, è assurdo che vengano penalizzati quei consumatori che preferiscono acquistare un’auto tradizionale ma al passo con i tempi in termini di emissioni inquinanti.

Per un pieno rilancio del settore automotive servono norme più flessibili in materia di incentivi. E poi una fiscalità azzerata per le flotte aziendali e anche per gli operatori che intendono costruire stazioni di ricarica veloce. Solo così il mercato può aprirsi al futuro e alla rivoluzione elettrica.

Giuseppe Tassi

Ultima modifica: 21 Settembre 2020