Da oggi è vietato il fuoristrada vietato? Scade infatti la «vacatio legis» del decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° dicembre dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che diventa legge.
Cosa succede? E’ proibita viabilità forestale al traffico ordinario di auto, moto, quad e bici. Circoscritta soltanto alla circolazione di mezzi di soccorso o preposti alla manutenzione oppure muniti di permessi speciali.
Si trattava delle “Disposizioni per la definizione dei criteri minimi nazionali inerenti agli scopi, le tipologie e le caratteristiche tecnico-costruttive della viabilità forestale e silvo-pastorale, delle opere connesse alla gestione dei boschi e alla sistemazione idraulico-forestale”.
Nei fatti è precluso il traffico sulle strade sterrate. “Indipendentemente dal titolo di proprietà, la viabilità forestale e silvo-pastorale e le opere connesse come definite al successivo art. 3 sono vietate al transito ordinario”. Il decreto che diventa legge non considera più le vie forestali soggette al Codice della Strada.
Chi ha il diritto di circolare? I mezzi di lavoro devoluti al mantenimento e ripristino delle strade sterrate, quelli di soccorso e quelli con permessi speciali rilasciati da comuni e regioni. Sono abilitati autocarri, autotreni, trattori, rimorchi, macchine operatrici di piccole e medie dimensioni e automezzi a trazione integrale adibiti al mantenimento e al ripristino.
E inoltre, per gli eventuali permessi non ci sarebbe una regolamentazione nazionale, perché appunto affidata a comuni e regioni. In ogni modo, si tratta di una limitazione totale, che potrebbe cambiare le prospettive di molti utenti.
ANCMA e FMI contro il divieto
Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) e FMI (Federazione Motociclistica Italiana) prendono posizione contro i contenuti del Decreto28 ottobre pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 1° dicembre, che vieterebbe la viabilità forestale e silvo-pastorale al transito ordinario. E lo fanno, insieme, al termine di un anno che ha paradossalmente visto trionfare i piloti italiani proprio nella più importante manifestazione sportiva off-road a livello internazionale, la Sei Giorni di Enduro ospitata nelle colline dell’Oltrepò pavese.
Da una parte, quindi, l’industria delle due ruote che genera in Italia un valore complessivo di oltre 7 miliardi di euro e occupa nella sua filiera più di 100mila addetti, dall’altra tutta l’attività sportiva di settore con più di 117mila tesserati strutturati in 1760 Moto Club sul territorio nazionale.
“Norma miope”
Si tratta di una norma miope. Che può creare potenzialmente un grave danno economico al mercato, all’intera filiera. Alle attività ludiche e sportive e a quelle legate all’accoglienza e al turismo. Vi sono inoltre possibili profili di incostituzionalità, perché manca evidentemente il bilanciamento degli interessi in gioco e di diritti costituzionali come la libera circolazione, il diritto alla libera iniziativa economica e quello di svolgere attività sportiva e ricreativa.
ANCMA e FMI, in attesa di ulteriori iniziative, hanno attivato in queste ore un’interlocuzione con il Governo. Al fine di ottenere chiarimenti ed una correzione delle disposizioni contenute nel Decreto.
Ora sta al Ministero delle Politiche Agricole trovare una soluzione adeguata a quello che sembra un pasticcio.
Ultima modifica: 16 Dicembre 2021