Le morti sulle strade europee legate all’attività lavorativa restano un fenomeno strutturale, poco visibile e scarsamente misurato.
Secondo Eurostat, tra 2020 e 2022, nell’Unione Europea si contano oltre 2.900 decessi l’anno riconducibili a incidenti stradali correlati al lavoro.
Il settore dei trasporti concentra il 43% delle vittime, rivelando un rischio sistemico lungo catene logistiche e reti di mobilità .
L’ETSC, ovvero lo European Transport Safety Council quale l’ACI, lAutomobile Club d’Italia è membro, segnala una sottostima diffusa, causata da dati incompleti, criteri incoerenti e archivi istituzionali privi di collegamento.
Il Rapporto PIN Flash 49 evidenzia lacune informative che limitano la comprensione delle cause e ostacolano interventi efficaci.

Incidenti stradali lavoro: dati frammentati e rischi diffusi
Nei 16 Paesi del gruppo PIN, le morti lavoro-correlate rappresentano tra 2% e 42% dei decessi stradali complessivi.
La Francia raggiunge 42%, l’Irlanda 29%, l’Italia 16%, la Germania 10%, con differenze legate alle definizioni nazionali.
In 10 Paesi manca una definizione ufficiale, mentre meno della metà registra lo scopo del viaggio nei rilievi di polizia.
In Italia, gli infortuni risultano censiti dall’INAIL, includendo eventi in occasione di lavoro e spostamenti in itinere.
Secondo ETSC, i numeri risultano distorti poiché derivano da fonti eterogenee prive di integrazione strutturata.
ETSC: definizioni comuni e responsabilità condivise
Le vittime comprendono conducenti professionisti, lavoratori su strada, pendolari e terzi coinvolti lungo assi urbani ed extraurbani.
Gli spostamenti casa-lavoro rappresentano una fase critica, spesso esclusa da obblighi chiari per i datori di lavoro.
I sistemi nazionali mostrano responsabilità variabili, con segnalazioni incomplete che escludono autonomi e soggetti esterni.

Antonio Avenoso, Direttore Esecutivo ETSC, afferma: “Le morti sulle strade correlate al lavoro rappresentano un fallimento sistemico che l’Europa continua a ignorare“.
“Autisti professionisti, pendolari e cittadini muoiono perché il rischio stradale lavoro resta un problema scaricato su altri“.
Dieci proposte UE per ridurre le morti sul lavoro
L’ETSC propone 10 azioni rivolte a Istituzioni europee e governi nazionali, con obiettivi normativi e operativi.
Tra le misure centrali figurano definizioni comuni, estensione del CADaS e raccolta dati integrata su scala UE.
Il pacchetto include flotte con 5 stelle EuroNCAP, divieto telefoni lavoro alla guida e valutazioni rischio obbligatorie.
Ulteriori richieste riguardano clausole sociali negli appalti pubblici, sistemi dati collegati e leadership delle autorità pubbliche.
Le proposte mirano a rendere misurabile il fenomeno e prevenibile lungo l’intero ciclo lavorativo su strada.
Le 5 cose da sapere sulle morti stradali correlate al lavoro
- In UE si registrano oltre 2.900 decessi annui legati a incidenti stradali lavoro-correlati.
- I dati ufficiali risultano sottostimati per assenza di definizioni comuni e archivi integrati.
- Nei Paesi PIN, il peso varia tra 2% e 42% dei morti stradali complessivi.
- Pendolari e terzi rientrano tra le categorie maggiormente esposte al rischio.
- L’ETSC chiede 10 misure concrete a UE e governi per prevenzione e responsabilità .
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Ultima modifica: 26 Dicembre 2025




