Park Assist 3.0, Volkswagen semplifica il parcheggio

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La quotidiana ricerca del parcheggio costa tempo e fatica.  Sono circa 20 anni che, quando uno spazio libero è in vista, la Volkswagen assiste i guidatori con tecnologie che riducono al minimo lo stress da parcheggio. I sistemi di assistenza si sono continuamente evoluti nel corso degli anni, con l’avviso acustico che seguì all’assistenza ottica.

Dodici anni fa, la Volkswagen fu il primo Costruttore a offrire un assistente al parcheggio con sterzata automatica. Nella versione più recente, una Volkswagen può parcheggiare nel più piccolo degli spazi. Sia longitudinale che perpendicolare, e frenare automaticamente in caso di emergenza. L’odierno Park Assist è uno dei numerosi sistemi di assistenza presenti sui modelli della Volkswagen. E’ disponibile a pagamento su tutta la gamma, eccetto la city car up!.

Park Assist 3.0, Volkswagen semplifica il parcheggio

Nel 1997, la Golf IV fu la prima Volkswagen a montare quattro sensori di parcheggio a ultrasuoni nel paraurti posteriore. Nel 2005, i sensori raddoppiarono nella Passat B5 che aveva un sistema acustico di parcheggio all’anteriore e al posteriore. Il passo successivo arrivò nel 2010 con l’Optical Parking System (OPS). Le barre sul display visualizzavano la distanza dagli ostacoli prossimi al veicolo in fase di manovra. Appena due anni dopo, un OPS a 360° capace di mostrare gli ostacoli tutto intorno all’auto fu disponibile per la prima volta sulla Golf.

Dodici anni fa, la Marca fu la prima a introdurre la sterzata automatica di assistenza al parcheggio. Rendendo così la vita dei suoi clienti più facile e sicura. Questo sistema innovativo aiuta il guidatore effettuando autonomamente le manovre di sterzo ottimali per arrivare alla posizione ideale per il parcheggio. Il Park Assist rileva lo spazio di parcheggio, indica una posizione di partenza ed effettua in maniera totalmente autonoma i movimenti dello sterzo. Al guidatore non resta che gestire acceleratore e freno. Nel corso degli anni, il Park Assist è diventato sempre più avanzato, tanto che ora è in grado di parcheggiare l’auto in spazi difficili da sfruttare per un guidatore medio.

 

Appena quattro anni dopo il suo debutto, è arrivato il primo aggiornamento fondamentale “2.0”. Le manovre di parcheggio in due fasi sono diventate multifase. Inoltre, il requisito originale pari alla lunghezza del veicolo più 1,4 metri si è ridotto alla lunghezza del veicolo più
90 centimetri. Due anni dopo, è stata aggiunta la funzione di parcheggio perpendicolare. Grazie ad algoritmi sempre più avanzati, è stato possibile utilizzare dodici sensori a ultrasuoni per misurare lo spazio circostante e calcolare le manovre necessarie in modo più preciso.

Nella più recente generazione 3.0 introdotta nel 2015, il Park Assist ha bisogno di soli 80 centimetri in più ed è quindi in grado di sfruttare spazi che la maggior parte dei guidatori non prenderebbe nemmeno in considerazione per parcheggiare. Ora, è anche possibile parcheggiare in uno spazio perpendicolare entrando con l’anteriore. Un’ulteriore funzione è quella della frenata di emergenza che, nei limiti del sistema, è in grado di eliminare le collisioni da parcheggio o comunque di ridurne al minimo le conseguenze.

 

I sistemi di assistenza al parcheggio in pillole

1997 – Primi sensori a ultrasuoni nel paraurti posteriore

2005 – Sensori a ultrasuoni anteriori e posteriori

2006 – Primo Park Assist con sterzata automatica al mondo

2010 – Optical Parking System (OPS)

2010 – Park Assist 2.0

2012 – OPS a 360°

2012 – Park Assist 2.0 con parcheggio perpendicolare

2015 – Park Assist 3.0

 

Ultima modifica: 28 Marzo 2018

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