Triciclo a motore: funzioni e caratteristiche

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Proviamo a spiegare perché un triciclo a motore, visto per la prima volta sulle strade italiane a metà degli anni 50, è ancora in produzione e conserva intatto il suo fascino.

Definizione

Bisogna partire a distinguere il triciclo a motore da un sidecar. E’ vero: entrambi hanno tre ruote, ma la differenza la fa soprattutto la disposizione. Le due ruote posteriori del sidecar non sono simmetriche rispetto all’asse longitudinale mediano. E in ogni caso un sidecar è composto da due elementi diversi: la motocicletta e il carrozzino laterale con la terza ruota. Il triciclo a motore, al contrario, ha un asse mediano longitudinale al quale sono agganciate, simmetricamente due ruote, e ha una terza ruota anteriore posta esattamente al centro, rispetto all’asse mediano. Ha una cabina di guida, che può essere separata dal cassone per il carico, o dallo spazio destinato al trasporto passeggeri, ma può anche essere un unico abitacolo, sempre nella versione “taxi”.

La definizione corretta di triciclo a motore viene però dal codice della strada, ed è l’unica che chiarisce con esattezza che cosa sia e che cosa non deve essere. Sulla base del decreto legislativo del ministero dei Trasporti numero 285 del 30 aprile 1992, poi integrato nel 2002 e nel 2003, il triciclo a motore rientra nella classificazione L5e, destinata ai veicoli con appunto tre ruote disposte come abbiamo già descritto e un motore, se a combustione, superiore ai 50 centimetri cubici di cilindrata. In caso di alimentazione diversa, la velocità massima non deve superare i 45 chilometri orari.

I numeri giusti

Sono previsti poi degli standard anche per quanto riguarda le misure. E il triciclo a motore non deve avere una lunghezza superiore ai 4 metri, una larghezza superiore ai 2. Non può essere più alto di 2 metri e mezzo. Anche rispetto alla massa, il limite massimo è di 1000 chilogrammi, che possono aumentare nel caso in cui si tratti di un triciclo a motore elettrico. Il computo della massa complessiva non dovrà prendere in considerazione il peso del pacco batteria, che pure ha la sua rilevanza.

Ci sono però dei distinguo da fare, perché se il veicolo è destinato al trasporto di merci, il carico complessivo può arrivare fino a una tonnellata e mezzo. Cifra che si riduce drasticamente se il triciclo a motore è invece dichiarato per il trasporto di persone: in questo caso il peso complessivo non può superare i 300 chilogrammi.

Chi può guidarlo

Come per tutti i veicoli motorizzati occorre sicuramente un permesso di guida. Partendo dal presupposto che il triciclo a motore può essere guidato con una normalissima patente B, nel caso non si disponga di questa categoria, ci sono altre soluzioni da verificare. In base alla potenza, può essere anche un sedicenne a guidare un veicolo simile, a patto che abbia una patente di categoria A1 e la potenza massima del mezzo non superi i 15 chilowatt, per veicoli superiori i sedicenni non potranno fare ameno della patente B1, valida per il triciclo a motore della categoria L5e. Se la potenza supera i 15 chilowatt, occorre la patente A.

Un triciclo a motore è sicuramente un mezzo da lavoro, ma c’è anche chi lo utilizza come veicolo “divertente”. Ed è un pubblico soprattutto giovane. Non a caso la Piaggio, che è il primo produttore, con una storia che affonda le radici nel dopoguerra, ha lanciato anche una linea “sportiva”, con rifiniture particolari, dedicata a chi non vuole o non può permettersi una microcar. E rispetto ai quadricicli a motore, non ha grandi differenze in termini di stabilità e affidabilità, ma resta un veicolo da lavoro tra i più diffusi in Italia, di tutti i tempi. Se ne vedono tantissimi nelle zone rurali, per quella vocazione un po’contadina che da sempre ha richiamato la famosissima “Ape” Piaggio. E quante volte è stato immortalato nei film girati a Ischia o a Capri come alternativa al calesse trainato da cavalli.

Del resto Piaggio ha lanciato proprio la linea “Calessino” per il trasporto dei turisti in particolari località, dove il traffico delle auto è assai limitato. Proprio questa linea ha avuto grande successo, e conserva ancora grande fascino, grazie al tettuccio decappottabile e la possibilità di caricare un po’ di bagagli, che ne hanno fatto la fortuna di vetturini riconvertiti dal progresso e dalla praticità di un triciclo a motore che non si stanca mai, neppure con il caldo torrido. Eppure i ricordi di tanti sono legati anche all’immagine del venditore ambulante o dello street food. Questi mezzi così particolari sono serviti anche a questo e ancora svolgono il loro lavoro egregiamente. Al punto che si è diffusa una certa attività di recupero, restauro e riconversione di vecchi tricicli a motore per attività di street food.

Obblighi e sanzioni

Come tutti i veicoli iscritti al Pra, sono soggetti a una revisione. La prima va eseguita al quarto anno dalla prima immatricolazione, poi la revisione fa fatta con cadenza biennale. Anche per questi mezzi è obbligatoria l’assicurazione per la responsabilità civile. Valgono, come per i quadricicli a motore e i ciclomotori, le stesse raccomandazioni su eventuali “modifiche” al motore e alla marmitta per aumentarne velocità e prestazioni.

E’ una pratica assolutamente vietata dal Codice della Strada e nel caso in cui venissero riscontrate anomalie, scatterebbero sanzioni sia per chi ha provveduto materialmente alle modifiche, sia per chi viene trovato alla guida di un veicolo modificato. Sempre in tema di sanzioni, anche se l’abitacolo è omologato per ospitare due persone, bisogna essere maggiorenni per trasportare un passeggero. Da sottolineare, poiché è sempre meglio ricordarlo, che anche sul triciclo a motore l’uso della cintura di sicurezza è obbligatorio.

Ultima modifica: 19 Febbraio 2019