Telepass compie trent’anni, tutti i cambiamenti nel tempo

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Sono già passati quarant’anni da quando il Telepass compariva nel quotidiano degli automobilisti italiani. All’inizio sembrava per la verità un vezzo destinato a durare poco, qualcosa di macchinoso e di neppure troppo praticabile. In fondo agli italiani non piaceva l’idea che qualcuno mettesse le mani direttamente nel loro conto corrente per prendersi quanto dovuto. E l’idea di saltare la coda non era poi così fondamentale, per lo meno allora. C’erano insomma un po’ di pregiudizi intorno a questo scatolino da appiccicare sul parabrezza della propria auto e alla famosa corsia preferenziale gialla. Ma dopo un primo momento di studio il Telepass ha conquistato una fetta di mercato davvero molto importante.

Telepass, tutti i vantaggi iniziali

L’idea di evitare la coda ai pedaggi è diventata invitante così come quella di non doversi preoccupare di avere il contante o quella di avere paura di perdere il ticket di ingresso. A chi non è mai capitato almeno una volta nella vita? Il Telepass inizialmente aveva semplicemente l’obiettivo di semplificare la vita a chi sulla strada passa davvero molte ore della propria giornata. Era nato per accontentare i camionisti, gli autisti dei pullman gran turismo, i tassisti che lavoravano tra autostrade urbane e tangenziali. Ottimizzare i tempi e razionalizzare la spesa.

Il primo scatolotto, piuttosto voluminoso e la cui autonomia era solo di pochi mesi, è stato sostituito più volte da sistemi sempre più piccoli e performanti. Oggi un apparato Telepass è in grado di durare senza difficoltà anche per tre anni senza dovere essere sostituito. La prima sensazione della sbarra che si alza con l’avvicinarsi dell’auto alla barriera resta in mente un po’ a tutti. Fa un certo effetto. E dà anche soddisfazione, inutile negarlo.

Spesa contenuta, tempo risparmiato

Con il tempo il Telepass è diventato qualcosa di più di un semplice vezzo: con una spesa piuttosto contenuta, un canone abbondantemente inferiore alla media dei pedaggi, consente di pagare l’autostrada non solo in Italia ma anche su diverse tratte estere convenzionate, alcune strade speciali, i trafori e da ormai un paio d’anni anche i parcheggi di aree a rapido scorrimento nelle grandi città e presso i principali aeroporti. A Milano è stato convenzionato con pieno successo anche con l’area C evitando a tutti gli automobilisti dotati del Telepass la scocciatura di acquistare gli Ecopass, inviare SMS con targa o prove d’acquisto. Tutto molto più semplice e automatico.

Come nasce il primo Telepass

La cosa bella del Telepass è che tutto sommato questa è un’invenzione tutta italiana che da anni ormai viene acquistata anche da numerosi altri gestori che hanno riconosciuto in questo strumento quel genio tutto italiano che sa come e quando fare la differenza. La prima sperimentazione su strada viene effettuata intorno al 1988 con la scusa di perfezionare un nuovo strumento destinato a veicoli accreditati in vista del Mondiale di Italia ’90. L’idea del GPS è ancora molto lontana, i telefonini arriveranno solo di lì a qualche anno.

Si tratta di sperimentare un segnale frequenza di media gittata che consenta di aprire un cancello, una porta, una sbarra. I primi test vengono effettuati con un semplice radiocomando simile a quello per i cancelli di casa che già erano in funzione: si trattava di eliminare “la richiesta” del driver, il fatidico dito sul pulsante e fare in modo che l’apparecchio facesse tutto da solo.

Un brevetto tutto italiano

Il brevetto viene presentato dalla italiana Sixtom all’inizio del 1987; dietro al progetto ci sono tre ingegneri giovanissimi, appena laureati. La loro idea viene presentata ad Autostrade, piace, e scalza quella del colosso Marconi. Tutto ruota intorno a un trasponder di nuova generazione che sembra essere perfetto per le auto. Piccolo, semplice, potente: gli bastano quindici metri a velocità costante per presentarsi e farsi aprire la strada.

Nel 1989 l’esperimento diventa qualcosa di più concreto: il box a bordo dell’auto e il ricettore posizionato sopra il casello si riconoscono e si parlano. I primi esperimenti prevedono un operatore a sovrintendere al traffico dei veicoli che è molto più fluido e veloce rispetto a quello dei caselli anche se di tanto in tanto l’apparato si blocca. È solo questione di tempo per rendere tutto ancora più veloce e immediato e nell’arco di cinque mesi i tempi di reazione degli apparati si riducono quasi all’immediatezza.

Nasce l’assistenza al cliente

Nel frattempo si sviluppa anche la rete dei Punti Blu, nata quasi contemporaneamente al Telepass e che oggi sono presenti anche in molti Autogrill, persino con totem del tutto automatizzati. Il primo casello ‘ad alta automazione’ viene allestito sulla A1 tra Firenze Nord e Prato Calenzano: dopo due anni la tecnologia compare in tutte le principali città e su tutta la A1. Ci vogliono circa quattro anni per automatizzare almeno una corsia di tutti i principali caselli.

La realtà diventa sempre più concreta di anno in anno con maggiori investimenti e nuove applicazioni che al momento sono sfruttate solo in parte: all’epoca si pensava che i Telepass di nuova generazione sarebbero stati in grado anche di evitare di pagare il carburante affidando tutto alla cella del trasponder ma oggi i servizi che vengono erogati per tutti gli abbonati in Italia, Francia, Belgio e Spagna sono davvero molti. Con un bel risparmio di tempo. Basti pensare alle code per pagare il parcheggio in aeroporto che con un Telepass Pay di nuova generazione e con un’utenza predisposta anche a questo servizio vengono regolarmente saltate.

Un’invenzione che ha cambiato la vita di chi guida

Una tecnologia vincente che con gli anni ha garantito alla società Autostrade un gettito costante e continuo, un flusso di denaro sicuro in un’economia sempre meno costosa perché riconducibile a un modello redditizio ed estremamente funzionale. Anche se la tecnologia Telepass è diventata d’attualità anche per altri brevetti molto meno amati dagli automobilisti: le sanzioni elettroniche. Dal Telepass infatti sono arrivati anche i brevetti legati a T-Red, il semaforo intelligente che fa scattare la sanzione in caso di sosta appena al di là della linea bianca di stop, o di passaggio non regolare. A oggi sono circa nove milioni gli utenti Telepass che utilizzano regolarmente le corsie automatizzate dei caselli.

Ultima modifica: 21 Febbraio 2020