Da qualche anno ormai, l’imposta sulle auto di lusso è stata aumentata sensibilmente: ciò è avvenuto circa sette anni fa con l’introduzione del cosiddetto “superbollo”, tassa che si applica alle vetture di lusso, più precisamente a quelle di grande cilindrata.

Si tratta di una misura fiscale che non è stata senza conseguenze sul mercato delle automobili cosiddette di lusso, giornalisticamente definite spesso come supercar. L’importante tassa auto di lusso, infatti, va ad aggiungersi ad altri costi che per questa categoria di vetture sono piuttosto ingenti, come l’assicurazione, ad esempio.

Bollo auto di lusso

In termini molto riassuntivi, la tassa auto di lusso, così com’è strutturata al momento, prevede una maggiorazione di venti euro per ogni kilowatt di potenza che superi il limite dei 185. Va però ricordato che tale maggiorazione diminuisce con l’inevitabile invecchiamento dell’automobile.

Il problema è che per non pagare più il “superbollo” debbono trascorrere la bellezza di vent’anni, praticamente una vita.

Calcolo della tassa

Per conteggiare l’ammontare della tassa auto di lusso i dati che occorre conoscere sono i seguenti: a quale anno si riferisce la tassa; il mese e l’anno di scadenza; la validità in mesi dell’oblazione; infine, per quanto detto sopra, l’anno di immatricolazione della macchina (che per solito coinciderà con quello di fabbricazione), ovvero, in altre parole, l’anzianità dell’auto. Perché, lo abbiamo visto, più la macchina è vecchia e meno paga.

Con a disposizione tutti questi dati, si deve fare visita al sito della Agenzia delle Entrate e cliccare sul link apposito dedicato per l’appunto al pagamento della tassa auto di lusso. In quella pagina potrete trovare tutte le informazioni necessarie alla compilazione del famoso – o famigerato – modello F24, un modulo burocratico decisamente multiuso.

La potenza della vostra macchina la potete ricavare dal libretto di circolazione: la troverete espressa in kilowatt. Come ricordato sopra, per ogni kw di potenza che eccede i 185 vanno aggiunti venti euro all’importo basico della tassa. Per i motivi di cui sopra dovrete anche tenere presente l’anno di immatricolazione o di fabbricazione, così vi sarà possibile calcolare quanto è “vecchia” la vostra macchina.

Ovvero: come prima operazione dovrete calcolare l’ammontare della tassa fino ai 185 kilowatt, dopodiché dovrete aggiungere a questo importo quel che rimane, conteggiando i kw che vanno oltre quel limite e moltiplicandoli per venti.

Infine, va ricordato che se la vettura è una “euro 0”, l’automobilista dovrà pagare tre euro al kilowatt fino alla soglia dei 100 kw, mentre dovrà corrispondere 4 euro e mezzo per le macchine di potenza maggiore. Se poi la macchina è una “euro 1”, la quota aggiuntiva sarà di due euro e novanta fino a 100 kw e di 4,35 passato quel limite, e così via.

 

 

Ultima modifica: 24 Gennaio 2019