Scooter elettrico: cos’è e come funziona

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Diversamente dallo scooter termico, lo scooter elettrico è un due ruote che funziona con un motore elettrico alimentato da un set di batterie. È dotato inoltre di un controllore elettronico, una piccola scatola posta nel retro dello scooter, che assicura il funzionamento e la gestione dello stesso. Fatta eccezione per la diversa tecnologia che ne è alla base, lo scooter elettrico è del tutto assimilabile a uno scooter classico a benzina quanto a prestazioni, ma offre in aggiunta una serie di vantaggi non indifferenti – dal rispetto dell’ambiente a quello del nostro portafoglio – che promettono di farne, di qui a pochi anni, il mezzo del futuro: questa, almeno, la scommessa dei produttori e di un numero crescente di consumatori.

Scooter elettrico: rivoluzione “green”

La rivoluzione “green” dei mezzi di trasporto elettrici è, però, ancora ben lontana dall’essersi imposta. Nel settore delle automobili, la quota dei veicoli elettrici sfiora appena l’1 per cento del mercato nei Paesi più avanzati: di fatto, una nicchia, sebbene si tratti di una piccola nicchia che comincia ad ancorarsi sui territori, soprattutto grazie al coinvolgimento dei maggiori protagonisti nel campo della produzione automobilistica (Renault-Nissan, BMW, Mercedes, Kia, Volkswagen, PSA), oltre che all’attivismo di alcuni nuovi arrivati (come Tesla). Per quanto riguarda i mezzi a due ruote, tuttavia, non si è ancora neppure a un livello di nicchia, e ciò nonostante il coinvolgimento crescente dei maggiori protagonisti nel campo della produzione motociclistica (BMW, KTM, Harley-Davidson, Polaris) e l’attivismo di alcuni nuovi arrivati (come Zero Motocyrcles).

Il mondo delle moto, del resto, è tradizionalmente più conservatore di quello delle auto, per non parlare del fatto che le politiche di agevolazioni fiscali messe in campo dai vari Stati per sostenere la conversione all’elettrico del trasporto privato risultano al momento ampiamente insufficienti, escludendo ancora, nella maggior parte dei casi, scooter e motociclette.

C’è poi la questione del prezzo: una moto elettrica costa caro. La gamma Zero, i cui costi sono calati nel 2016, va comunque da 10.220 € a 17.990 € (senza considerare le opzioni di ricarica rapida, che possono costare anche alcune migliaia di euro in più), mentre i prezzi di uno scooter BMW partono da 15.440 €. Il biglietto di ingresso nel mondo delle due ruote elettriche è dunque piuttosto caro, anche se, dopo, i costi d’uso sono molto contenuti. Zero Motocycles, ad esempio, vanta costi di carburante di circa 1 € ogni 100 km e motori che richiedono una manutenzione decisamente “minimalista”.

Il motore

Sono sufficienti alcune nozioni di fisica elementare per capire come funziona un motore elettrico. È noto che, in conseguenza della loro polarità, dei magneti possono attrarsi o respingersi. Proprio questo è il principio alla base del funzionamento del motore elettrico. In breve, basta mettere l’una di fronte all’altra due parti magnetiche le cui polarità siano posizionate in direzioni opposte. La parte statica si chiama statore: quando una corrente la attraversa, essa attira la parte dalla polarità opposta (il rotore) che, posta su un asse, si mette così a ruotare. A quel punto basta che il rotore sia legato a un asse di trasmissione ed ecco che l’energia elettrica diventa energia meccanica.

Sulla carta, il motore elettrico presenta abbondanza di vantaggi: pochi pezzi in movimento, frizioni meccaniche ridotte (e dunque limitato spreco di potenza), niente fluidi interni (dunque niente cambi dell’olio o perdite), bisogni di raffreddamento ridotti, senza dimenticare l’essenziale: niente esplosioni interne, zero inquinamento, funzionamento silenzioso e raggiungimento della coppia massima già con i più bassi regimi di rotazione. La semplicità della sua concezione è inoltre garanzia di una grande longevità. Contrariamente a un motore termico, infine, il motore elettrico non ha bisogno di scaldarsi: si può montare sulla moto o lo scooter, accendere e via.

Batterie: Litio o nichel?

A differenza dei veicoli ibridi light, come la Toyota Prius, le batterie di una moto elettrica sono ricaricabili. Il che comporta due conseguenze: la loro capacità deve essere maggiore e anche la loro tecnologia è differente.

Le batterie ricaricabili sono quasi tutte di litio, tre volte più potenti di una batteria di nichel del medesimo volume (ma anche molto più costose).

Inoltre le batterie di litio hanno meno “effetti di memoria”, da cui deriva la loro maggiore regolarità nel tempo. La Zero promette così più di 300.000 km mantenendo almeno l’80 per cento della capacità delle batterie. Di contro, i rischi di corto-circuiti sono più importanti: da qui deriva la maggiore complessità dei congegni, più pesanti e più costosi.

Le performance di un veicolo elettrico dipendono dunque dalla potenza del motore, ma anche dalla capacità delle batterie di mantenere queste performance non meno che l’autonomia del mezzo.

Attualmente, la capacità delle batterie di uno scooter BMW C Evolution è di 11 KWh, mentre la gamma della Zero comprende batterie la cui capacità raggiunge i 13 KWh.

Altro fattore da considerare è poi il peso del veicolo, che grava a sua volta sul consumo della batteria. Di conseguenza, le capacità di autonomia di una due ruote elettrica variano inoltre secondo il modello, in funzione del suo peso.

Ricarica

La ricarica è probabilmente il problema principale dei veicoli a motore elettrico: ricaricare le batterie richiede infatti molto tempo. L’ideale sarebbe forse un sistema di sostituzione rapida, un po’ come si sostituivano i cavalli nelle stazioni di posta del Medioevo. Alcuni costruttori ci stanno già lavorando, ma nessuna soluzione definitiva si profila ancora nel breve termine.

In mancanza di opzioni più efficienti, bisogna dunque effettuare la ricarica a una presa di alimentazione casalinga. A questo proposito è comunque raccomandabile farne controllare l’installazione da un elettricista, dal momento che l’operazione di ricarica dura diverse ore (all’incirca 8) e bisogna prevenire i rischi di surriscaldamenti.

È evidente, dunque, che la diffusione di moto e scooter elettrici dipende dallo sviluppo di infrastrutture adeguate e in particolare di stazioni di ricarica rapida, ciò che non può che contribuire alla democratizzazione del settore e all’abbassamento dei prezzi: un investimento indubbiamente opportuno, in un momento storico caratterizzato, come il nostro, dalla sfida ecologica.

Ultima modifica: 10 Dicembre 2018