Sanzioni accessorie: omicidio stradale

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L’omicidio stradale ha una legislazione specifica colma di provvedimenti molto pesanti che gravano su chi è ritenuto responsabile.

Non si parla solamente di una situazione in cui può presentarsi il decesso di qualche soggetto, si parla anche di comportamenti che hanno causato profonde lesioni, nell’articolo 222 del Codice della Strada, coadiuvato da specifiche norme sempre in aggiornamento.

Quello che emerge chiaramente è il contesto fortemente punitivo ai danni di chi, anche suo malgrado, può trovarsi coinvolto in un incidente stradale dai risvolti abbastanza severi e complessi.

Si citava, appunto, il caso in cui il proprio comportamento ha generato lesioni gravi ai danni di terzi, non per forza concluso con un decesso. Le sanzioni accessorie che vanno a disciplinare questi casi, che si collegano a quelle reclusorie necessarie nei casi di flagranza di reato, sono tutte indirizzate a colpire la possibilità di guida del responsabile.

Innanzitutto, una volta accertati i fatti in loco si provvede alla sospensione della patente e si rimanda a giudizio insieme al verbale di accertamento dei fatti.

In seconda analisi sarà il prefetto a stabilire i termini preventivi (in attesa di un giudizio definitivo) di sospensione della licenza di guida. Tali termini sono molto ampi e, nei casi più seri in cui si siano verificate lesioni molto gravi, la legge permette di arrivare al termine di dieci anni in attesa di ulteriore giudizio.

In terza analisi il giudizio definitivo stabilisce la colpevolezza o meno riguardo ai fatti attraverso un processo vero e proprio, verbali, testimonianze etc.. e qui si aprono due possibilità di conclusione in caso di responsabilità: il giudice, in base ai fatti può stabilire la revoca della patente, cioè in poche parole il soggetto condannato non riavrà mai più la sua patente e non potrà in futuro provare a conseguirla nuovamente; oppure egli condanna il soggetto alla sospensione della patente per un determinato periodo di tempo, passato il quale potrà tornarne in possesso.

Ma cosa accade nel caso in cui il soggetto sia invece ritenuto non colpevole? La sentenza gli permetterà di riavere la patente e di poter tornare a guidare, anche se per un determinato lasso di tempo iniziale avrà visto la sua patente sospesa in attesa di giudizio.

Pugno di ferro, quindi, contro chi guida in maniera pericolosa e può essere una minaccia per l’incolumità altrui, anche se può sempre verificarsi il caso in cui un soggetto possa ritrovarsi coinvolto in un incidente in maniera del tutto indipendente dalla propria volontà di apportare danni o lesioni.

Ultima modifica: 25 Luglio 2017