Riscaldamento auto non funziona: cosa fare

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L’impianto di riscaldamento interno all’auto è molto importante per il benessere del guidatore: cosa succede se non funziona, e come accorgersene.

Cause

Prima di tutto serve una descrizione del meccanismo di un impianto di riscaldamento auto per poi capire quando e perché non funziona più. All’interno del motore circola dell’acqua raffreddata da un radiatore che la rimette in circolo attraverso un circuito in grado di attraversare tutte le parti calde, abbassandone la temperatura.

Una parte del calore, però, viene anche raffreddata con l’aria proveniente dall’esterno e, attraverso un piccolo radiatore posto all’interno dell’abitacolo, si collega direttamente con i bocchettoni posti sul cruscotto pompando aria calda. Attraverso un piccolo ventilatore, questo radiatore getta aria calda dissipando ancor più il calore proveniente dal motore: si utilizza, infatti, anche il meccanismo di riscaldamento per “raffreddare” il motore nei casi di surriscaldamento e in emergenza, poiché esso contribuisce, seppur indirettamente, alla sua dispersione e al salvataggio del motore.

Come si vede, quindi, l’impianto di riscaldamento auto è un meccanismo molto semplice e poco “tecnologico”, ma nonostante ciò può sempre danneggiarsi e non funzionare.

Le cause possono essere rimandate facilmente al funzionamento del meccanismo, o dei “liquidi” impiegati, per cui può essere successo che:

  • non c’è acqua nel radiatore, quindi nel circuito di raffreddamento del motore: forse c’è una perdita nell’impianto, un foro o una rottura, che metterebbero a serio rischio tutto il motore;
  • non funziona il termostato e la pompa di aspirazione del liquido nel circuito di raffreddamento;
  • la ventola, che si attiva comunque allo spegnimento del motore con lo scopo di raffreddarlo, non funziona, e quindi non “pompa” più l’aria nei bocchettoni interni;
  • è rotto il radiatore che irradia il calore;
  • i comandi di attivazione del riscaldamento non funzionano.

Nel primo caso, poiché l’acqua che circola nel circuito di raffreddamento è quella che alimenta il radiatore per il riscaldamento interno, può darsi che sia scarsa e quindi non sufficiente perché quest’ultimo si attivi per irrorare calore. Potrebbe essere anche non funzionante il termostato che regola la temperatura dell’acqua; si potrebbe trattare di una valvola di accesso del circuito chiusa o otturata, un deviatore intasato: in tutti i casi, è necessario fare un controllo con il motore “a freddo” e verificare lo stato del circuito di raffreddamento.

È bene ricordare che l’acqua di cui si parla come agente fluido che circola nel radiatore e “serpeggia” all’interno del motore, raffreddandolo, non è utilizzata allo stato naturale, ma miscelata con il glicole etilenico affinché non si ghiacci a temperature sotto lo zero, o vada in ebollizione se supera i 100 gradi. La miscela è nota anche come “antigelo” o liquido per il raffreddamento del motore.

Nel caso di auto di nuova generazione – quindi tecnologicamente sofisticate, con sistemi computerizzati di regolazione e controllo del circuito di raffreddamento – potrebbe essere lo stesso computer a non funzionare bene e non registrare correttamente la quantità o la circolazione dell’acqua nel circuito. Nel caso della ventola, il cui danneggiamento è abbastanza frequente, bisogna far fare un controllo da un meccanico dopo aver constatato il sintomo: se allo spegnimento del motore non si sente il classico “fruscio” emesso dal componente per raffreddare il motore, allora l’eventualità della rottura è altamente probabile. Si interviene, quindi, con una sostituzione.

Se è rotto il radiatore che irrora il calore nell’abitacolo, allora bisogna sostituirlo smontando il cruscotto dietro il quale è posizionato. Il componente è difficilmente riparabile, conviene per lo più sostituirlo con uno nuovo. Un sintomo evidente della rottura è rappresentato dalla formazione di una pozza d’acqua sul pianale interno dell’abitacolo: la formazione della pozza è determinata dalla fuoriuscita di liquido dal radiatore che non viene assorbito dall’impianto di riscaldamento e convertito in calore.

Se invece sono i comandi – comunemente rappresentati da pulsanti a manopola – a non essere funzionanti, è necessario sostituirli: il pannello deve essere anche in questo caso smontato per la riparazione, mentre nel caso di “comandi digitali” disponibili su un display di tipo “touch” si interviene direttamente sul software che ne regola il funzionamento.

Ci sono, inoltre, anche altre cause di rottura dell’impianto di riscaldamento: possono essere alcune componenti minori del circuito di raffreddamento, o le valvole termostatiche, o la formazione di sacche d’aria che impediscono il flusso di acqua nel radiatore, o l’inceppamento di tubi di passaggio del liquido di raffreddamento, oppure un banale urto o un incidente che causa un danneggiamento della carrozzeria del vano anteriore.

Non trascurabile è il malfunzionamento del termostato, non più in grado di regolare la temperatura del radiatore centrale; oppure la pompa dell’acqua il cui scopo è far circolare il liquido refrigerante imprimendo una forza centrifuga che dall’esterno spinge verso l’interno garantendo un moto perpetuo e costante.

Puzza di bruciato

Un segnale grave di mal funzionamento del riscaldamento auto è un maleodorante odore di bruciato: allora bisogna sicuramente allarmarsi e correre ai ripari.

Di solito si richiede un approfondimento diagnostico che individui questa serie di problemi per escluderne alcuni e isolare quello che ha generato il danno:

  • c’è perdita di olio del motore;
  • c’è perdita di olio dei freni;
  • la frizione è bruciata;
  • i gas di scarico fuoriescono dalla marmitta bucata e penetrano nell’abitacolo;
  • l’olio del cambio è da cambiare o aggiungere;
  • i filtri dell’aria non trattengono più le impurità dall’esterno;
  • la guarnizione della testata sta bruciando in quanto l’acqua nel radiatore è da cambiare o è insufficiente: il fenomeno influisce sul riscaldamento provocando il cattivo odore di bruciato.

In quest’ultimo caso succede che il liquido di raffreddamento che circola nel radiatore è da sostituire o aggiungere, o esiste una perdita dal radiatore: infatti, in queste condizioni si rischia di bruciare la trasmissione in quanto gli ingranaggi si surriscaldano e il motore può fondere. Anche la presenza di olio nel vano motore può alimentare il cattivo odore in quanto è versato sulle parti metalliche divenute roventi.

Esce aria fredda

Le cause possono essere di due tipi:

  • il motore non è sufficientemente caldo da permettere il prelievo di aria calda nell’abitacolo;
  • la commutazione meccanica del flusso di aria, attivato dalla manopola, non funziona;
  • nel radiatore non circola fluido refrigerante sufficiente.

Fatti salvi i rimedi per i primi due casi, per l’ultimo, invece, si tratta del consueto problema di formazione di bolle d’aria nel radiatore che ostruiscono il flusso del liquido refrigeratore. Si deve intervenire al più presto svuotando il circuito di raffreddamento e inserendo nuovo liquido, per evitare, oltre che l’uscita di sola aria fredda, anche la rottura del motore.

Ultima modifica: 30 Giugno 2017