Quotazione della Ferrari in borsa: cosa devo sapere?

Esistono sicuramente due modi per considerare il brand Ferrari un investimento. Non parliamo quindi di realizzare un sogno, o di soddisfare una passione. Il brand diventa una forma remunerativa per chi ha un capitale da investire. C’è però una differenza, neppure tanto sottile.

Ferrari, due modi per investire

Chi vuole investire pensa alla formula classica dell’acquisto di un modello Ferrari che nel tempo vedrà crescere il proprio valore.

E’ una possibilità, ma prevede di per sé un capitale considerevole da bloccare in attesa poi di rimettere sul mercato l’auto. E non è detto che di fronte a una Rossa irresistibile da collezione, il cuore ceda così facilmente al dio denaro.

C’è poi una seconda opzione, che può contemplare anche capitali meno consistenti e rivelarsi vantaggiosa. Dal 2015 Ferrari è infatti quotata in borsa, e al netto di una partenza “in salita”, le azioni della casa di Maranello hanno sostanzialmente un andamento stabile e consolidato per gli investitori.

E’ uno dei pochi casi in cui il mercato finanziario segue l’andamento della produzione. Ferrari è soprattutto un brand autorevole e vive di una regola ferrea stabilita dal suo fondatore, il leggendario Enzo, che non aveva certo visto un futuro azionario per la sua casa automobilistica, ma aveva intuito che una domanda “insoddisfatta” avrebbe accresciuto il valore della produzione.

Ferrari, il segreto della stabilità

Ferrari sosteneva infatti che bisognava produrre sempre un’auto in meno di quante se ne potessero vendere. E benché il mercato potrebbe assorbire tranquillamente una produzione annua di circa diecimila esemplari, Ferrari preferisce non superare il limite di 8000.

E’ anche questa una ragione di stabilità del titolo, che non lascia gli investitori in balia delle bizze della finanza speculativa. E’ un dato confermato dalla previsione di vendita dei modelli elettrici che la casa di Maranello produrrà.

LaFerrari, così si chiama il gioiello in uscita, è stata già venduta sulla carta. Tuttavia non è possibile ancora determinare con precisione gli scenari futuri, perché molto dipenderà dall’evoluzione della politica dei dazi che alcuni paesi esteri hanno adottato.

Non è un mistero che la gran parte delle esportazioni di Ferrari hanno come terminale il Nord America, e la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di applicare i dazi su alcune esportazioni non facilita la vendita.

Anche l’evoluzione delle politiche doganali del Regno Unito influirà sull’andamento azionario di Ferrari. Resta tuttavia la forza del brand legata anche ai successi in Formula 1. E nella stagione appena cominciata sono riposte molte aspettative del mercato azionario.

Ultima modifica: 27 Marzo 2019