Negli ultimi anni la microcar elettrica è uno dei mezzi che ha maggiormente incontrato la scelta di numerose famiglie. Una scelta di carattere strategico in conseguenza dei continui blocchi al traffico imposti nelle grandi città, schiacciate dal peso dell’inquinamento e delle polveri sottili. Mentre vengono create aree urbane sempre più chiuse e limitate al traffico dei veicoli alimentati da idrocarburi fossili, i mezzi elettrici e i cosiddetti supporti per la micromobilità, come  hoverboard e monopattini, cominciano a diventare un’alternativa sempre più credibile.

Scelta da molti genitori per i giovanissimi

Le microcar esistono da molti anni: piccoli motori a benzina, e/o gasolio, di soli 50 centimetri cubici di cilindrata ma con un’autonomia più che adeguata per il traffico urbano, sono state per anni la risposta dei genitori ai figli che volevano un mezzo per muoversi in città. Se mamma e papà non volevano scendere a compromessi di fronte al classico motorino, la scelta ricadeva proprio sulle microcar. Auto in tutto e per tutte: pagano una tassa di proprietà, l’assicurazione, risultano omologate e sono sottoposte a tutto quello che prevede il codice della strada. Godono anche di parecchi incentivi e possono essere guidate con una semplice patente A anche da ragazzi giovanissimi, appena quattordicenni.

Dai piccoli motori a scoppio a quelli elettrici

Alle microcar con motore a scoppio tradizionali si sono affiancate ormai da una decina d’anni modelli elettrici dotati di batterie facilmente ricaricabili da una qualsiasi presa domestica: dai 40 ai 50 chilometri di autonomia con una ricarica di quattro ore circa. Pratiche, facili da guidare e facilissime da parcheggiare, hanno ingombri davvero minimi e proteggono dal freddo e dalla pioggia. Circolano sempre, anche quando c’è il blocco del traffico. Il costo è sicuramente lo svantaggio… alcuni dei mezzi più ricchi di optional (autoradio, airbag, persino un piccolo impianto di aria condizionata) costano decisamente più di un motorino, quasi quanto un’utilitaria ma hanno un valore che si valuta poco. Basta trattarli bene e sostituire le batterie con una spesa sostanzialmente modica per avere un mezzo quasi nuovo.

I piccolissimi modelli delle grandi case

Alle microcar classica come la Chatenet, la Renault Twizy – che ha incontrato molto consenso nel nostro paese – o la Aixam solo per fare i nomi dei modelli più commerciali e con la quota più alta di mercato, si stanno affiancando anche i modelli delle grandi case automobilistiche che, seguendo l’esempio della Renault hanno deciso di proteggere anche questo segmento di mercato particolarmente promettente e interessante.

 

Ultima modifica: 3 Febbraio 2020