Non c’è alcun dubbio che Valentino Rossi rappresenta un fenomeno unico nella storia dello sport e in particolare del motorsport. Un esempio in fatto di longevità, di passione, di dedizione e ovviamente di successo. In questi giorni di parla molto di Lewis Hamilton e del suo settimo titolo mondiale piloti in Formula 1. Ma Valentino Rossi sette titoli mondiali li ha vinti da un pezzo. Per la verità sono stati addirittura nove, sette nella categoria regina, uno in 125 e un altro in 250. E se non fosse stato per tanti incidenti, molta sfortuna e un paio di cicli non molto produttivi prima con la Ducati e poi con la Yamaha ufficiale, i titoli potrebbero essere anche di più.
Valentino Rossi, (quasi) da record
Eppure Valentino Rossi non è il pilota più vincente in assoluto. Questo è un privilegio che spetta a Giacomo Agostini, il leggendario pilota italiano che con la MV Agusta vinse tutto in un’epoca nella quale ai piloti era consentito correre con qualsiasi moto, 125, 250 e 500cc. Cosa di questi tempi assolutamente impensabile.
Figlio d’arte, suo papà è stato Graziano Rossi, pilota coraggiosissimo e istintivo che ebbe una discreta carriera, Valentino ha cominciato la sua storia in Motomondiale a sedici anni, con l’Aprilia. Primo titolo mondiale nel 1996, poi un altro in 250 nel 1999. Quindi la logica evoluzione nella categoria più importante…
La sua vita tra 500 e MotoGP
Valentino Rossi ha rappresentato perfettamente l’anello di congiunzione tra la vecchia mezzo litro e la nuova MotoGP. Approda in 500 nel 2000 ottenendo subito un secondo posto alle spalle del ben più esperto Kenny Roberts Junior sulla Suzuki. Nel 2001 domina la scena con un mondiale stratosferico: undici vittorie, tredici podi, 325 punti in un mondiale dominato dall’Italia con Max Biaggi (Yamaha) e Loris Capirossi (Honda) alle sue spalle. Tre titoli consecutivi con la Honda.
Poi contro l’opinione di addetti ai lavori e tifosi Valentino Rossi rivoluziona completamente la propria carriera passando alla grande rivale della Honda, la Yamaha. L’opinione pubblica ipotizza che la Yamaha con lui potrebbe anche vincere il Mondiale ma con un progetto triennale. Valentino conquista il titolo mondiale subito, senza anticamera, nel 2004 davanti a Sete Gibernau con nove vittorie per bissarlo l’anno dopo con un distacco ancora più ampio, stavolta davanti a Marco Melandri.
Gli incidenti e le difficoltà
Valentino Rossi vive la sua stagione più difficile nel 2006: due ritiri e il dualismo con Nicky Hayden sono la prima vera difficoltà che il Dottore, come viene soprannominato, fino a quel momento padrone incontrastato della MotoGP deve affrontare. La stagione finisce male: Valentino perde il titolo a Valencia dopo un incidente ma per la verità la sconfitta è quasi paradossale. Rossi vince cinque gran premi a fronte di due successi di Hayden. Ma non bastano per conservare il trofeo. Le difficoltà proseguono l’anno successivo: altri ritiri, qualche piazzamento meno brillante e un nuovo grande avversario, Dani Pedrosa con la Honda. Rossi deve accontentarsi di un terzo posto assoluto nella stagione vinta da Casey Stoner con la Ducati che conquista ben dieci gare.
Di nuovo Mondiale
Le difficoltà di Rossi coincidono con alcuni incidenti e acciacchi ma anche con le novità di regolamento che costringono il pilota di Tavullia ad adattare il suo stile di guida e a preparare gli standard della moto rispetto a quelle che erano set-up ormai collaudati.
Un lungo lavoro di preparazione che vede Valentino tornare sul gradino più alto e dominare la stagione: ancora una volta. Il titolo mondiale del 2008 è una cavalcata trionfale per Rossi e per la Yamaha con nove vittorie e ben sedici podi che lo portano 97 punti al di sopra di Casey Stoner. Rossi si ripete nel 2009 con quella che probabilmente è la vittoria più bella e sofferta della sua carriera in MotoGp in una trama incertissima che lo vede prevalere davanti al suo compagno di scuderia, Jorge Lorenzo, destinato a prendere il suo posto come prima guida del team e dal quale lo divide una accesissima rivalità.
La nuova sfida in Ducati
Le tensioni all’interno della Yamaha, dove Valentino sente di non essere più strategico rispetto a Lorenzo, ridimensionano il pilota italiano che nel 2010 si accontenta di un terzo posto assoluto per passare alla Ducati. Il progetto di Valentino è ambizioso: trasferire alla scuderia bolognese tutto il proprio staff e costruire un team vincente in grado di puntare anche al titolo mondiale così da portare Rossi a vincere almeno un titolo iridato con tre diverse factory. Le cose non andranno nel modo migliore: due anni, nessuna vittoria, tre soli podi con la Desmosedici.
Dal 2013 il ritorno in Yamaha con dieci vittorie fino al 2017 quando con il successo di Assen sale per l’ultima volta sul gradino più alto del podio.
Un pilota, un simbolo
Valentino Rossi ha attraversato un quarto di secolo di corse motociclistiche e continua a correre, ha rinnovato anche per il 2021 con la Yamaha passando alla scuderia Petronas dove affiancherà il suo amico Franco Morbidelli, affrontando tutti i più grandi talenti del motociclismo mondiale. Da Roberts a Pedrosa, da Stoner a Lorenzo fino ad arrivare a Marc Marquez, l’unico che sembra in grado di insidiare i suoi primati.
A oggi Valentino Rossi ha vinto nove titoli mondiali ottenendo 115 vittorie e 235 podi. Ma soprattutto è diventato il personaggio più trasversale, noto e amato della MotoGP: un testimonial di valore straordinario, un personaggio di grande fascino e capacità comunicativa. Che a 41 anni non ha alcuna intenzione di smettere e potrebbe continuare non solo per il 2021 ma addirittura anche nel 2022 per diventare il pilota più longevo in assoluto dedicando tutta la sua carriera alla MotoGP e snobbando la Superbike che da tempo lo corteggia senza successo.
Ultima modifica: 16 Novembre 2020