Giacomo Agostini: carriera, vittorie e vita privata

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Se c’è un campione dello sport che merita senz’altro l’appellativo di “mitico”, questo è Giacomo Agostini.  Il perché è presto detto. Basta soltanto dare un’occhiata al suo palmares per rendersene conto: “Ago” è stato campione del mondo per ben quindici volte. Il che significa che come lui nessuno, molto semplicemente. Giacomo Agostini: carriera.

Giacomo Agostini: la vita

Giacomo nasce nel 1942, primogenito di quattro figli. Il padre è un funzionario comunale e proprietario di una modesta azienda di trasporti su chiatte e rimorchiatori sul lago d’Iseo.  Il piccolo Giacomo trascorre i primi anni in Valcamonica, poi la sua famiglia si trasferisce nella bergamasca.

La storia d’amore tra Giacomo Agostini e i motori comincia molto presto, praticamente da bambino. A nove anni ruba l’Aquilotto” del padre e poco dopo il giovanissimo Giacomo disputa delle corse clandestine sugli sterrati nei dintorni del paese. La passione per le moto non trova molto d’accordo suo padre Aurelio, che considera la professione di corridore insicura in tutti i sensi. E cioè innanzitutto pericolosa e in secondo luogo assai precaria.

Anche se alla prima uscita con l’Aquilotto del padre fu costretto a cadere a terra per fermarsi, perché data la sua statura di allora non riusciva a toccare il suolo coi piedi, ben presto Giacomo cominciò a battere tutti i suoi antagonisti nelle gincane che si organizzavano in paese durante le sagre. Insomma, ci si accorse fin da subito che quel ragazzino era nato per correre in sella a una moto.

Arrivato a diciotto anni (la maggiore età allora era ancora 21), Giacomo non volle più aspettare e insistette con il padre per ottenere il permesso di correre. Il babbo per decidere si consultò con l’anziano notaio della famiglia Agostini, il quale era saggio ma anche abbastanza duro d’orecchi e probabilmente quando papà Agostini gli disse “motocicletta” lui capì “bicicletta”, sicché gli disse «Dai, Aurelio, firma. Fagli fare dello sport, lo sport fa bene…». Come che sia andata, fatto sta che il babbo gli permise sì di comprare una moto, però non gli diede i soldi per farlo. Lui scelse una MotoBi 175 ordinandola direttamente a Pesaro, ma poi siccome i mesi passavano e la moto non arrivava, andò a Bergamo in concessionaria e comprò una “Settebello” da strada. Per cinquecentomila lire. A rate. Giacomo riuscì a pagare le trenta rate con i premi delle corse e con le scommesse vinte nelle sfide in moto sulla costiera del lago d’Iseo. Vediamo due aspetti principali della vita di Giacomo Agostini: carriera e successi.

La prima competizione ufficiale in cui figurò il nome Giacomo Agostini fu la gara in salita Trento-Bondone del 18 luglio: Giacomo arrivò secondo, alle spalle del campione italiano in carica Attilio Damiani, che era ritenuto inarrivabile nelle cronoscalate.  Agostini: carriera.

La svolta arrivò il 27 maggio del 1962, anno in cui Giacomo Agostini prese parte alla Bologna-San Luca. Lo fece con la sua Settebello di serie e vinse a tempo di record, conquistando il primo posto assoluto. Tra il pubblico c’era anche il commendator Alfonso Morini, cui non sfuggì il significato di quell’exploit: ciò che lo impressionò fu soprattutto la considerazione dei mezzi modesti con cui era stato realizzato. Quella stessa sera Morini offrì a Giacomo un ingaggio e una moto ufficiale.

Giacomo Agostini: carriera

Alla sua prima stagione da corridore professionale, Giacomo fece subito vedere di che pasta era fatto. Non sapendo decidere tra i tracciati montani e i circuiti, decise di iscriversi a entrambi i campionati (Campionato italiano della montagna e Campionato italiano di velocità Juniores) e li vinse entrambi al primo colpo. La prima gara internazionale vinta da Agostini fu nella classe 250. Si trattava della Coppa d’oro Shell. In quell’occasione Ago fece segnare tempi sul giro addirittura più bassi di quelli che aveva ottenuto Jim Redman sulla sua Honda, con la differenza che Redman guidava una 350.

Nel 1965 Giacomo passò alla MV Agusta. In prima battuta come collaudatore e poi come seconda guida nel mondiale di quell’anno. Prese parte sia alla classe 350 che alla 500 e in entrambe arrivò secondo nella classifica finale. Nella 350 mancò la conquista del titolo per un soffio, a causa di un filo saldato male. La cosa gli rimase scolpita nella memoria e da allora Giacomo Agostini fu conosciuto da tutti come uno dei piloti più pignoli e attenti ai dettagli che ci fossero in circolazione.

Alla fine di quella stagione il corridore Hailwood decise di lasciare la MV per la Honda e le stagioni seguenti videro la rivalità tra lui e il giovane italiano. I loro duelli avevano il sapore dell’epica. Agostini conquistò il suo primo mondiale 500 nel 1966, mentre Hailwood fece sua la 350. L’epilogo a Monza, l’11 settembre. Hailwood decide di non prendere parte alla 350, dove ha un grosso margine in classifica e di puntare invece sulla 500. Agostini, al contrario, la 350 la corre e la vince pure, tra l’altro doppiando il secondo classificato. Nella 500 Agostini parte male, ma recupera tornata dopo tornata, fino a raggiungere e sorpassare Hailwood, aggiudicandosi così sia la corsa che il mondiale.

Risultati e storia

Il resto è storia, come si dice: 15 mondiali vinti, centonovanta gare disputate di cui centoventisette vinte, centosessantadue volte sul podio e centodiciassette giri veloci. Nel 1968, 1969 e 1970 Giacomo Agostini vinse tutte le gare delle classi 500 e 350 del motomondiale. Con Mike Hailwood è il pilota che ha vinto più corse valevoli per il titolo iridato nello stesso anno: diciannove. Inoltre è l’unico pilota italiano ad aver vinto la Duecento Miglia di Daytona. È l’ultimo pilota ad aver vinto una gara del mondiale nelle classi 350 e 500 con un motore a quattro tempi. È il pilota più vecchio ad aver vinto una corsa nella classe 750: lo fece nel Gran Premio di Germania del 25 settembre del 1977, che è poi l’anno in cui si chiuse la sua attività agonistica.

Una leggenda vivente.

Ultima modifica: 9 Settembre 2019