La Piaggio ha dato vita a veri miti a due ruote. Dalla fine degli anni ‘60 agli anni 2000, il noto marchio italiano ha commercializzato diversi modelli di motorini e ciclomotori dai nomi veramente curiosi e accattivanti che sono riusciti a fare parte dell’immaginario collettivo degli italiani. L’idea della Piaggio fu quella di ideare e commercializzare una bicicletta a motore, economica e giovanile. Un successo che ancora oggi fa la storia delle due ruote.
‘Ciao’, l’icona della Piaggio
Forse il ‘Ciao’ è l’icona delle due ruote della Piaggio, oltre a essere stato il primo modello ideato per i giovani degli anni ‘60. Un motorino che non ti lasciava a piedi, infatti, anche se terminavi la miscela bastava premere il famoso tasto nero sistemato in fondo al carter di sinistra per trasformarlo in una bici. Anche i modelli successivi della Piaggio come il ‘Sì’ avranno tutti questa caratteristica. Il primo modello di ‘Ciao’ messo in commercio costava ‘solo’ 55mila lire dell’epoca.
Il ‘Ciao’ tricolore
Siamo negli anni ‘90 e i Mondiali di Calcio si svolgeranno in Italia e la Piaggio crea un modello celebrativo: ‘Ciao Italia 90’. Questo modello portava i colori nazionali, infatti, la parte anteriore era di colore verde, quella centrale di bianco e quella anteriore di rosso. Modelli che la stessa Piaggio regalò ai dirigenti della F.I.G.C. e di cui ancora non si sa quanti ne siano rimasti in circolazione.
Un ‘Boss’ senza successo
Tutti i modelli di motorini commercializzati dalla Piaggio sono per così dire durati anche quasi una quarantina di anni come il ‘Ciao’ – 39 anni – e il ‘Sì’ – 23 anni – ma il modello che durò di meno tra tutti i modelli fu il ‘Boss’. Questo modello durò solo 1 anno (1988-1989) e ne furono prodotti solo 10mila esemplari. Diciamo il ‘flop’ della Piaggio.
Il ‘Moffa’ tedesco
La Piaggio puntò anche al mercato tedesco con il ‘Moffa’. Si trattava del ‘Ciao’ tedesco che ha differenza di quello italiano andava a 25 Km/h invece dei classici 40 Km/h.
La pubblicità futuristica
Il successo dei motorini della Piaggio fu dovuto anche alla magistrale campagna pubblicitaria. Un colpo di genio fu chiamare l’auto ‘sardomobile’ per paragonarla a una scatola di sardine: “Le sardomobili hanno i cieli di latta. Liberi chi Ciao”. E poi il giocare con i nomi dei modelli: “Capitolo nuovo… Sì…” oppure “La strada è lunga fai bene a volerlo molleggiato così… Bravo!”.
Ultima modifica: 8 Luglio 2022