Con il 2019, anche in considerazione delle crescenti problematiche legate al traffico e a un tasso di inquinamento sempre più preoccupante in tutte le grandi città, sono cambiati i cosiddetti incentivi rottamazione, strumenti di sostegno economico predisposti dal Governo per aiutare chi decide di mettere definitivamente da parte vecchi modelli diesel e a benzina, troppo inquinanti, per passare ad auto più recenti. Gli incentivi non riguardano solo gli acquisti di auto elettriche o ibride, che sono sicuramente quelli più ingenti e interessanti anche per via delle sempre più interessanti offerte da parte dei costruttori, ma le auto a GPL o metano come i motori tradizionali di nuova generazione.
Ecobonus 2019, gli sconti previsti dalla Legge di Bilancio
Quest’anno i cosiddetti incentivi rottamazione previsti dalla Legge di Bilancio del governo Conte si conoscono con il nome di Ecobonus 2019.
E se da una parte si parla con grande insistenza dell’Ecotassa, che andrà a colpire i mezzi inquinanti con un’emissione tra i 130 e i 160 g/km, l’Ecobonus è una concreta risposta a chi decide di fare una scelta economicamente ed ecologicamente sostenibile. Inizialmente si pensava che questa Ecotassa riguardasse solo i Suv o i superbolidi: in realtà non è così.
Tutte le auto vengono censite non più solo sulla base del proprio volume in centimetri cubici o della propria potenza in cavalli ma anche in considerazione di quella che è la loro emissione in anidride carbonica e polveri. Il dato di vendita è sicuramente un punto di partenza ma di fronte a un controllo che evidenziasse un tasso di inquinamento eccessivo qualsiasi auto potrebbe essere sanzionata o addirittura bloccata.
Dunque anche le macchine vecchie, mal mantenute o peggio alimentate rischiano di entrare all’interno della soglia dell’Ecotassa. Se l’Ecotassa è una minaccia l’Ecobonus è l’incentivo per eccellenza e ha una dinamica estremamente semplice: le auto che emettono un quantitativo ridotto di CO2 riceveranno un bonus statale sull’acquisto.
E qui è bene precisare che si parla di acquisti sulle auto di nuova immatricolazione: il bonus non si applica alle auto di seconda mano o a quelle chilometri zero, in quanto già immatricolate.
Lo schema previsto dal disegno di Legge predisposto dal ministro Tria è molto semplice: chi acquista un’auto nuova che emette tra 0 e 20g/km avrà un bonus di 6000 euro in caso di rottamazione e di 4000 euro se non avrà un’auto da rottamare o restituirà in conto vendita la propria auto precedente. Se l’emissione sarà tra i 21 e i 70 g/km il bonus scenderà a 2500 euro con rottamazione e 1500 senza.
Tutto apparentemente molto semplice: meno si inquinerà più si godrà degli incentivi rottamazione e se si toglierà dalla strada un veicolo inquinante un vantaggio ancor più significativo.
Lo stanziamento del governo per l’Ecobonus prosegue per altri due anni
L’entità dello stanziamento governativo tuttavia non è infinito e nemmeno illimitato: se ci sarà un boom di acquisto di auto nuove e dunque di accessi al bonus è facile pensare che lo stanziamento di 60 milioni di euro possa essere destinato a esaurirsi, ma il ministro Tria ha già garantito altri 70 milioni di euro destinati all’Ecobonus per il 2020 e il 2021, anno cruciale visto che da più parti – anche se le voci non sono ancora state confermate da una legge scritta – si parla di un possibile definitivo stop alle auto Diesel, anche se di nuovissima generazione.
Le regole per usufruire del bonus sono davvero semplici: l’auto che si rottama deve essere intestata alla stessa persona che acquista e dunque usufruirà del bonus; la vettura che verrà tolta dalla strada dovrà essere compresa tra le categorie Euro 0 ed Euro 4: si parla di davvero molti milioni di auto potenzialmente rottamabili.
Un esempio semplice: se per sfortuna si ha un incidente in auto con una vettura nuova, che magari è stata acquistata con l’Ecobonus, e si decide di acquistare un’altra vettura nuova, l’Ecobonus non potrà più essere applicato perché la macchina che andiamo a rottamare è di nuova generazione.
Lo scopo della normativa è semplice: togliere dalla strada quante più auto vecchie e inquinanti possibili. Il bonus poi non andrà nelle tasche dei ricchi: se l’auto costa più di 55 mila euro (Iva esclusa) non si può usufruire del finanziamento di Stato. È una limitazione che è stata adottata per privilegiare la massa al lusso e dunque evitare che l’Ecobonus si traduca in un’agevolazione per chi magari non ne ha bisogno e ha deciso di comprare una macchina costosa e di segmento molto alto.
Attenzione poi alle ulteriori agevolazioni degli autosaloni: grazie all’Ecobonus sono tantissimi i produttori che hanno aggiunto linee di credito agevolato e ulteriori sconti per i clienti. Alla fine il margine di risparmio sul’acquisto dell’auto nuova può diventare davvero considerevole.
Auto elettriche, ibride, a gas e benzina: nessuna differenza sostanziale
Ecobonus non fa alcuna differenza se si decide di acquistare un’auto elettrica o ibrida o a metano o GPL. Le fasce di sconto sono le stesse sulla base del tasso inquinante della vettura che si acquista e del fatto se si rottama o meno un’auto vecchia. Ma anche qui ci sono considerevoli differenze: in termini di bollo per esempio, perché le auto elettriche non lo pagano, ma anche di consumo.
Di fatto di fronte alla scelta di un’auto si ha a disposizione una grande, grandissima scelta con un punto fermo importante che è proprio l’Ecobonus: la legge è stata approvata a inizio anno ed è entrata in vigore il primo marzo, resterà applicata fino al 31 dicembre e poi si faranno i conti.
Se i primi 60 milioni di euro previsti dal governo sono stati completamente erogati o se in parte potranno essere ripartiti sul 2020. Difficile dire in queste primissime settimane se la vendita delle auto ha già subito un notevole incremento grazie a questi incentivi.
Indubbiamente c’è moltissimo interesse e grande curiosità e le case automobilistiche hanno immediatamente investito sull’Italia in termini di sconti e promozioni. Il numero delle auto elettriche sta considerevolmente aumentando, come quello delle auto ibride. Lo spauracchio dell’Ecotassa ora ha un avversario interessante, si tratta come sempre di scelte.
Ultima modifica: 4 Aprile 2019