Il cambio auto è una componente meccanica presente nelle automobili. La funzione che svolge all’interno della vettura è quella di modificare la caratteristica della coppia in uscita da un motore. In modo generico, si tende a definire con tale nome quella scatola di ingranaggi che permette di cambiare la marcia nel veicolo.
Cambio auto sincronizzato
Fondamentalmente, le auto al giorno d’oggi montano due tipologie di cambio:
- cambio manuale
- cambio automatico
Il cambio auto sincronizzato non è altro che ogni tipo di cambio manuale che viene montato sulle auto di nuova produzione: ogni cambio manuale, oggi, è un cambio sincronizzato. Per essere più precisi, il cambio sincronizzato è stato introdotto sulle vetture a partire dagli anni sessanta, ed è andato a sostituire il cambio non sincronizzato.
Come funziona il cambio sincronizzato
Per comprenderne il funzionamento, occorre presentare la sua struttura. Il cambio sincronizzato è formato da due alberi, il primo comunicante con la frizione e quindi con il motore, e il secondo connesso invece con la trasmissione e che permette di muovere le ruote, che si occupa dell’avanzamento del veicolo. Su questi due alberi, paralleli fra loro, sono montati due ingranaggi, che consistono in due ruote dentate che girano in continuazione.
Una delle due ruote è vincolata all’albero, ruota su sé stessa ma non si muove lungo la struttura principale, l’altra invece si può muovere liberamente sull’altro albero, avanti e indietro.
L’oggetto che differenzia un cambio sincronizzato da uno non sincronizzato è appunto il sincronizzatore. Esso lavora allineando il movimento dei due alberi, uguagliando la velocità di rotazione delle ruote dentate così che gli ingranaggi si innestino senza creare attriti: così facendo la coppia che viene ricevuta dal motore viene trasmessa alle ruote e l’auto può procedere.
La sincronizzazione permette di cambiare la marcia con il veicolo in movimento senza sentir “grattare gli ingranaggi”. Di norma, tutte le marce sono sincronizzate, ad eccezione della retro: è infatti frequente sentire un suono fastidioso quando si innesta la retromarcia senza essere completamente fermi.
Il primo cambio con questo sistema di sincronizzazione risale al 1929 ed è stato progettato da Cadillac, ma solo qualche anno più tardi, nel 1952, Porsche creò il primo cambio sincronizzato per come viene inteso oggi.
Vantaggi e svantaggi
Fra i vantaggi si ha sicuramente la possibilità di cambiare marcia in movimento senza generare attriti all’interno della scatola del cambio: ad oggi questa pare una banalità , ma negli anni ’90 spettava al guidatore identificare il momento adatto per la cambiata, ossia il momento in cui i due ingranaggi si trovavano in allineamento. Era quindi necessario rallentare durante la cambiata.
Il cambio sincronizzato ha anche però degli svantaggi, primo fra tutti la lentezza nel cambio di marcia, oltre che una usura dei sincronizzatori.
Ultima modifica: 25 Settembre 2018