Oltre che entro i confini nazionali è possibile vendere la propria auto usata anche all’estero. Prima era sufficiente consegnare all’A.C.I. (Automobile Club d’Italia) le targhe dell’automobile in questione, il libretto di circolazione ed il certificato di proprietà del veicolo chiedendo, contestualmente, la radiazione dello stesso al P.R.A. (Pubblico Registro Automobilistico). In questo modo, l’automobile non era più autorizzata a circolare sul territorio italiano e tutto quello che, da quel punto in avanti, sarebbe avvenuto, non avrebbe riguardato più in alcun modo l’automobilista che si era privato del mezzo.

Vendita auto usata

 

Poi però l’A.C.I. ha cambiato le regole e, dal 2014, ha imposto che, prima della radiazione dal P.R.A., la vendita dell’automobile debba essersi effettivamente conclusa e il veicolo consegnato al nuovo proprietario: senza questo passaggio, l’A.C.I. non cancellerà l’automobile dal P.R.A., e, nel frattempo, questa continuerà ad appartenere al vecchio proprietario, il quale dovrà farsi carico di bollo ed assicurazione.

Una volta che si decide di vendere la propria auto usata all’estero, generalmente si procede preparando un’inserzione da far girare sui migliori siti di compravendita auto. Se l’acquisto della vostra autovettura verrà giudicato un affare, le telefonate non tarderanno ad arrivare. Potrà capitare la chiamata del tizio che vuole effettuare un semplice sondaggio perché si sta facendo un’idea della situazione e dello ‘stato di salute’ del veicolo; può capitare la chiamata del furbo che sta per vendere all’estero un’auto usata come la vostra e vuole capire l’andamento del mercato; infine, oltre al curioso che richiede informazioni salvo poi fermarsi lì, può spuntare fuori la telefonata di chi fa della truffa, in questo settore, la propria ragione di vita.

Basta fare una piccola ricerca nel web per rendersi conto di come, al giorno d’oggi, la truffa quando si vende un’auto usata all’estero sia realmente dietro l’angolo. Ci sono alcune truffe molto diffuse, sulle quali, qui di seguito, vogliamo farvi riflettere. Può capitare per esempio, di essere contattati da un potenziale acquirente straniero che offre una cifra maggiore di quella richiesta e, come motivazione della sua offerta, riferirà che ha intenzione di trasferirsi in Italia. E’ alquanto probabile che sia legato ad un’organizzazione invischiata nel riciclaggio di denaro: qualora chieda di poter versare più soldi sul vostro conto nel momento dell’operazione salvo poi avere indietro la differenza a vendita conclusa, è truffa sicura.

Con possibili, spiacevoli implicazioni legali anche per il venditore. Può anche capitare di essere contattati da un potenziale acquirente dalla Costa d’Avorio che intende trasferirsi nel nostro Paese: in questo caso, questi si offrirebbe di comprare il veicolo a scatola chiusa, senza nemmeno averlo mai visto. Qualora l’operazione vada avanti, sareste contattati da una serie di presunte figure istituzionali ivoriane che cominceranno a chiedere una serie di tasse e balzelli, a bonifico ovviamente non effettuato, per sbloccare lo stesso e per il cambio valuta. Una truffa economicamente pesante da ‘digerire’.

Può poi capitare che l’acquirente straniero sia un ragazzo, all’apparenza educato e distinto, al quale il padre vuole regalare un’auto usata, magari costosa e di grossa cilindrata, con un assegno circolare. Diffidate: nella maggior parte dei casi è contraffatto, e la vostra auto usata a quel punto sarebbe già sparita all’estero con i truffatori. Attenzione, poi, a consegnare i documenti ad occhi chiusi: ricordatevi che soltanto la Motorizzazione, il Comune, i notai e lo Sportello Automatico dell’Automobilista sono preposti a questa operazione! Infine, controllate sempre i recapiti che vi ha fornito il potenziale acquirente straniero (e-mail, numero di telefono), magari con una rapida ricerca sul web e non abbiate mai timori di esprimere dubbi e perplessità durante la transazione.

Vendita auto usata all’estero

 

Vi abbiamo messo in guardia dalle truffe più diffuse e facilmente riconoscibili. Queste, però, possono essere sempre congegnate a dovere ed ingannarci. Quindi, si consiglia sempre, vivamente, di ricercare quante più informazioni possibilità sull’acquirente straniero con il quale siamo in trattativa per la vendita della nostra auto usata anche se, magari, a pelle questi ci ispira fiducia. Poi, bisogna sempre tenere a mente di far controllare l’assegno in banca prima del passaggio di proprietà dell’auto usata: è sufficiente fornire alla banca nome dell’acquirente, numero dell’assegno e la banca che lo ha emesso. Pochi minuti ed avremo una risposta. Infine, bisogna diffidare da chiunque voglia effettuare bonifici, a cifre magari più alte, senza mai aver visto l’automobile in questione. Nessuno infatti, regala soldi a nessuno.

Per vendere un’auto usata all’estero bisogna distinguere, innanzitutto, tra una vendita nei Paesi dell’Unione Europea ed una vendita nei Paesi extraeuropei. Nel primo caso, qualora l’automobile non sia stata ancora reimmatricolata ma già esportata all’estero, bisognerà consegnare all’A.C.I. il libretto di circolazione, il certificato di proprietà, una fotocopia del documento di trasporto o la lettera di vettura internazionale che sarà stata redatta dall’impresa di spedizione. In tale lettera dovranno esservi contenuti numeri di telaio, di targa italiana e dovrà integrare la ricevuta di consegna dell’automobile rilasciata dal compratore straniero. Se l’automobile è già stata reimmatricolata basta presentare documenti, targhe italiane e carta di circolazione estera oppure, in alternativa, un documento di avvenuta reimmatricolazione all’estero.

Nel secondo caso invece, quello per i Paesi extra-UE, con automobile non ancora reimmatricolata, in assenza della lettera di trasporto, può essere consegnata fotocopia della bolla doganale. Valide anche bolla doganale del Paese di destinazione oppure vidimazione della dogana straniera sulla carta di circolazione italiana o sul certificato di proprietà. Con automobile già reimmatricolata, andrà prodotta una copia della carta di circolazione estera oppure una dichiarazione dell’autorità estera sull’avvenuta reimmatricolazione. Importante: a tutto questo va allegata una traduzione certificata da un ufficio giudiziario (con marca da bollo da € 16,00).

Ultima modifica: 21 Novembre 2017