Citato in “Vita spericolata” da Vasco Rossi, Steve McQueen è un’autentica icona non solo per il mondo del cinema ma anche per quando in senso più generale viene rappresentato come coraggio, senso del rischio ai limiti quasi dell’incoscienza, feroce determinazione”. L’attore è sempre stato appassionato di motori e vediamo insieme quali sono le auto Steve McQueen.
McQueen, sospeso tra il cinema e le auto da corsa
In realtà l’attore, classe 1930, ha sempre avuto un gusto notevole per la sensazionalità: la cosa ha fatto comodo a Hollywood perché c’erano tabloid da scrivere e sale cinematografiche da riempire, ma quando il cinema è diventato noia e abitudine l’attore si è dedicato alla sua vera e grande passione. L’auto. Corse legali (ma anche illegali), numerose competizioni, collezionismo: il suo apice cinematografico lo raggiunse con “La grande fuga” ma la sua grande soddisfazione fu quella di lavorare al film sulla 24 ore di Le Mans.
Fin dall’inizio della sua carriera sul grande schermo, McQueen alternò l’eterna indecisione tra pellicola e volante, tra cinema e corse. La sua prima auto è una Ford: la “decapita” per farne una decappottabile e la conservò per oltre vent’anni. Ma il primo vero acquisto è una spider MG poi, con i soldi guadagnati grazie al cinema si regala una Porsche, alcune Ferrari, un’Alfa Spider e si iscrive pagando personalmente ogni spesa a numerose gare. La prima a bordo di una Siata 208S è nel 1959, a Palm Springs. Arriva primo; e ai maligni che sostengono che vinca solo perché pilota pagante risponde qualche mese dopo a Santa Barbara con una Porsche 356 Super Speedster dove si piazza undicesimo assoluto, primo dei debuttanti.
Auto Steve McQueen: la Porsche
Steve McQueen ha sempre dichiarato che alla Porsche 356 Carrera lo legava una forma di dipendenza: ne acquisterà quattro in dieci anni. I produttori cinematografici, disperati per i pericoli corsi in pista dall’attore, faranno di tutto per tenerlo lontano dalle auto e pagheranno sontuose assicurazioni. Steve McQueen ci ride sopra e alterna film e corse. Stanco delle pressioni di Hollywood viene a correre in Europa: Germania, Belgio e Francia. Leggendaria la sua risposta a John Sturges, ansiosissimo produttore de “La Grande Fuga”: “Stai tranquillo, ho chiuso con le auto” dice l’attore due settimane prima di iniziare a girare. Omette però di essersi iscritto ad alcune gare di motocross.
Si innamora della Porsche 508 e cambia stile di guida per adeguarsi alla potenza del mezzo con il quale vince diverse gare. Nel 1970 arriva secondo a Sebring in coppia con Peter Revson alle spalle della Ferrari di Arturo Merzario e Mario Andretti. Farà di tutto per correre anche a Le Mans ma nessuno gli darà un’auto e soprattutto nessuna compagnia si azzarderà ad assicurarlo. Si racconta di un McQueen furibondo tra i box in cerca dell’agente dei Lloyd per prenderlo a pugni. Ma la leggenda dice anche che nascosto da tuta, casco e occhiali riuscirà a salire di nascosto su una Porsche 908, la stessa utilizzata per le riprese del film sulla corsa francese che chiude la sua carriera. Steve McQueen, nonostante rischi, vizi e incidenti, morirà stroncato da un male incurabile a soli 50 anni: quando il medico gli diagnostica mesotelioma pleurico, dovuto (pare) all’amianto presente nelle tute da pilota che indossava, risponde con due parole: “Bah, pazienza…”
Ultima modifica: 6 Novembre 2019