Evitare che un contenzioso assicurativo finisca in tribunale significa risparmiare molto, non solo in termini economici, ma soprattutto per quel che riguarda i tempi medi di risoluzione di una causa civile. L’arbitro assicurativo è un nuovo istituto che dovrebbe snellire il cumulo di pendenze civili, soprattutto evitarne di nuove e creare i presupposti per accordi stragiudiziali che migliorino la vita degli assicurati e delle compagnie assicurative.

L’arbitro assicurativo per ridurre i tempi della giustizia

I tempi medi per arrivare alla definizione di un processo civile si aggirano intorno agli otto anni. Troppi, secondo le associazioni dei consumatori e troppi anche per le compagnie assicurative. Non è soltanto un problema di certezza del diritto, ma tempi così lunghi contribuiscono a far lievitare sensibilmente i costi dei prodotti assicurativi. E’ anche questa una delle ragioni per le quali nelle zone dove l’efficienza del sistema giudiziario subisce i contraccolpi di un contenzioso civile estremamente elevato, i premi assicurativi sono proporzionalmente cresciuti, soprattutto negli ultimi anni.

Una situazione che ha messo in moto le associazioni dei consumatori per applicare ance in Italia normative di carattere europeo, che in altri Paesi dell’Unione hanno dato risposte interessanti. In Italia più che in altre nazioni, data anche la complessità della normativa che disciplina i contratti assicurativi, le possibilità che tra assicurato e istituto assicurativo non si arrivi a una pacifica composizione di una controversia sono molto elevate.

Non esistendo una figura terza che medi tra posizioni distanti per raggiunger e un punto di equilibrio, il ricorso alle vie giudiziarie è sempre più frequente, con una lievitazione dei costi non indifferente, anche per la necessità di dover ricorrere all’assistenza di legali per molto tempo. La mediazione assistita, applicata in altri ambiti ha aperto un nuovo percorso.

L’arbitro assicurativo indipendente ed efficace

La nuova figura viene quindi introdotta dalla direttiva europea numero 97 del 2016, che è stata recepita dal Parlamento italiano. Occorre ora che il legislatore preveda una normativa ad hoc che comporterà alcune modifiche sostanziali anche nel Codice delle Assicurazioni private e nel Codice del Consumo.

L’iter non sarà breve, ma l’auspicio, soprattutto delle associazioni dei consumatori è che si giunga alla piena applicazione della direttiva europea in tempi ragionevoli. Vediamo nel dettaglio questa figura di arbitro assicurativo, che deve essere “efficace, indipendente e imparziale”, secondo quanto stabilito dal provvedimento adottato da Camera e Senato per recepire la direttiva.

Come funziona il nuovo istituto

Anzitutto per gli istituti assicurativi che rientrano sotto il controllo dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, l’Ivass, saranno tenute ad aderire alle nuove prassi di risoluzione stragiudiziale. La figura dell’Arbitro assicurativo viene quindi introdotta per attuare procedure più agevoli e meno dispendiose e sicuramente più vantaggiose economicamente per i contendenti. Sarà molto simile all’istituto già previsto in ambito bancario.

L’arbitro bancario finanziario infatti è diventato uno strumento importante e risolutivo per le controversie tra clienti e banche, ricorrendo al quale non è prevista l’assistenza di un avvocato. Oltretutto le decisioni dell’organismo, che dovrebbe, come in ambito bancario, essere collegiale e non monocratico, non sono vincolanti. In altre parole il cliente che non si ritenga soddisfatto può sempre ricorrere alle procedure tradizionali.

La figura dell’arbitro assicurativo è sicuramente più vicina all’istituto della mediazione assistita, che viene applicata ormai in molti ambiti soprattutto di natura civilistica. Ma mentre nel campo bancario e finanziario la normativa è già applicata, per l’arbitro assicurativo occorrerà che venga emanato un decreto che definisca le procedure da adottare in questo settore, delimitando nettamente il raggio di azione attraverso la definizione delle competenze.

Soprattutto bisognerà stabilire anche la procedura e i criteri per la selezione dei soggetti che andranno a esercitare tali funzioni, esaminando e valutando le possibilità di soluzione delle controversie. Anche nell‘ambito assicurativo è previsto che in caso di insoddisfazione per gli accordi proposti, i contendenti possano ricorrere alle vie ordinarie. Tutta da stabilire poi la modalità con la quale chi deciderà accedere a questa procedura semplificata dovrà contribuire. L’accesso all’arbitro assicurativo avrà infatti dei costi.

Come funziona oggi il reclamo

Attualmente le procedure per manifestare un reclamo alla propria compagnia assicurativa prevede il ricorso all’Istituto di vigilanza, l’Ivass, che però può concludere la pratica solo segnalando sul proprio bollettino l’avvio di una procedura sanzionatoria nei confronti della compagnia che risulti inadempiente.

L’assicurato infatti può contattare formalmente la propria compagnia per chiedere delucidazioni circa un comportamento che ritiene non conforme. La compagnia ha l’obbligo di fornire tutte le spiegazioni entro il termine di 45 giorni. Se la risposta non dovesse essere soddisfacente per l’assicurato, quest’ultimo si rivolge all’Ivass che avvia un’istruttoria.

L’indagine non dovrà durare oltre i 120 giorni, trascorsi i quali, l’Ivass può solo applicare la procedura di segnalazione già descritta. Rispetto alla posizione dell’assicurato il tentativo di conciliazione paritetico può essere avviato con l’assistenza di un’associazione di consumatori solo nel caso in cui l’importo della contestazione è inferiore ai 15mila euro.

Per cifre superiori ci si può rivolgere all’Ivass. Paletti economici che con l’arbitro assicurativo dovrebbero cadere. I vantaggi saranno notevoli per tutte le parti. L’organismo indipendente sarà istituito presso l’Ivass, accogliendo quindi le richieste delle varie associazioni di consumatori e delle stesse compagnie assicurative. E’ soprattutto il settore della Rc Auto a soffrire il peso maggiore delle controversie. Anche il volume economico è notevole.

Il contenzioso in questo settore ha raggiunto infatti livelli insostenibili, sia dal punto di vista economico, sia per l’incremento che i premi assicurativi subiscono per effetto delle liti giudiziarie. E così è nata la richiesta di una forma alternative per comporre le controversie. Già 5 anni fa, nel 2013 la richiesta di nuove regole era stata inoltrata formalmente alla Banca d’Italia e all’Ivass, perché l’arbitrato bancario e finanziario venisse applicato anche nel settore assicurativo. E sono trascorsi 3 anni perché il Parlamento italiano aprisse il dibattito sulla direttiva europea da applicare anche in Italia.

Ultima modifica: 9 Ottobre 2018