Acquisto auto: come fare dall’Inghilterra

45646 0
45646 0

Da anni ormai, dopo l’avvento della globalizzazione, il mercato automobilistico ha allargato i propri orizzonti aprendosi ad un commercio internazionale. Decine di migliaia di macchine vengono esportate dall’Inghilterra ogni anno e vendute all’estero, in particolare nell’Unione Europea, con la quale aveva scambi facilitati fino al referendum sulla Brexit. Attualmente le condizioni di scambi commerciali da e per l’Inghilterra sono rimaste invariate, e così sarà fino a quando il processo di iter non verrà terminato (circa 2 anni dal referendum).

Cosa è cambiato

Al momento non è ancora cambiato nulla dopo la Brexit. Per chi desidera acquistare un’auto dall’Inghilterra le disposizioni sono le medesime di quelle introdotte nel 1972 quando la Gran Bretagna entrò a far parte della Comunità Europea e poi nell’UE. Per ora non sono chiare quali saranno le reali modifiche all’iter e quindi che tipo di procedure dovranno essere attuate. Una cosa però è certa: dopo la Brexit il lato burocratico per qualunque tipo di rapporto di scambio con la Gran Bretagna e di circolazione sarà più lento e burocratico. Per avere informazioni più dettagliate in merito è necessario aspettare che il legislatore aggiorni le leggi secondo quanto verrà deciso e pattuito con i vari Stati dell’UE. Si parlerà quindi di accordi bilaterali o multipli a seconda degli accordi o dei trattati che verranno stipulati.

Disposizioni attuali

Attualmente se si compra un veicolo in Inghilterra valgono le stesse condizioni che in Italia. Se si decide di comprare un’autovettura sotto i 6000 km o che è stata venduta entro sei mesi dalla sua immatricolazione, è previsto dalla legge il pagamento dell’IVA. Innanzitutto prima di effettuare l’acquisto, va verificato che il mezzo sia in possesso di un “MOT certificate” valido. Questo documento non è necessario all’importazione del mezzo ma snellisce notevolmente il processo burocratico previsto dal legislatore italiano. Il “MOT certificate” non è altro che una sorta di revisione del mezzo che lo autorizza a circolare per lo Stato.

E’ inoltre necessario accertarsi che l’auto sia in possesso del libretto originale e la documentazione che attesti l’atto della compravendita, essendo l’auto un bene mobile registrato. Come attestazione è accettata anche la scrittura privata. Qualora la vendita sia avvenuta tra due cittadini privati non è necessario il pagamento dell’IVA. Sarà il venditore a fornire all’acquirente la propria assicurazione fino a quando la targa inglese non verrà sostituita da una italiana. Dopodiché è necessario far tradurre il libretto di immatricolazione del mezzo e sottoporlo alla vidimazione del tribunale, con un costo che ammonta a circa 50,00 euro.

Certificato di conformità e collaudo

Terminato quindi il passaggio di proprietà tra venditore ed acquirente, bisogna reperire il certificato di conformità della macchina dalla Gran Bretagna. Per compiere questo passaggio ci si può rivolgere agli uffici della Motorizzazione Civile e Trasporti in Concessione (MCTC) della propria Provincia facendo richiesta degli appositi bollettini da compilare e versare in posta. Questi sono rispettivamente 3 per un costo totale di circa 95,00 euro, 39 dei quali servono per acquisire la nuova targa per l’immatricolazione italiana.

Una volta portati a termine questi pagamenti occorre portare la copia dei bollettini in Motorizzazione così da poter dar via al collaudo del veicolo. Questa fase è alquanto delicata poiché, nonostante il mezzo possa essere omologato per la guida a sinistra, i fari potrebbero essere orientati a destra. Questo potrebbe compromettere l’accettazione del mezzo sul suolo italiano perché non conforme. In tal caso sarà necessario portare la macchina da un meccanico autorizzato che provvederà a modificare il sistema rendendo il bene mobile registrato a norma.

Una volta superato il collaudo verrà rilasciata la targa, assieme alla quale verrà fornito anche il libretto di immatricolazione. Dopodiché sarà possibile fare domanda di iscrizione al PRA, mediante istanza precedentemente creata da un notaio. Questo è il procedimento da seguire per l’importazione di un veicolo inglese in Italia, secondo le disposizioni attuali.

Libretto

Il libretto di circolazione del veicolo, anche chiamato “carta di circolazione”, è uno dei documenti necessari ed obbligatori da tenere a bordo del mezzo per poter circolare. Questo libretto contiene tutti i dettagli tecnici dell’auto e viene rilasciato dalla Motorizzazione Civile. In caso di dimenticanza o assenza di tale documento a bordo durante la circolazione, è prevista una sanzione amministrativa che ammonta da un minimo di 41 euro ad un massimo di 168 euro, oltre all’obbligo di recarsi presso l’ufficio dell’agente che ha accertato l’infrazione entro un determinato periodo. Il pubblico ufficiale concede quindi credito alle parole del conducente pensando che sia in buona fede, ciò però non lo esonera dall’obbligo di esibire i documenti mancanti per accertare la propria tesi.

Iscrizioni al PRA

L’ACI PRA, ovvero Automobile Club d’Italia – Pubblico Registro Automobilistico, è l’ente responsabile del registro contenente la lista di tutti i mezzi circolanti sul suolo italiano, al quale è obbligatorio iscriversi quando si è in possesso di un veicolo non ancora registrato o immatricolato, mediante pagamento dell’imposta provinciale di trascrizione (IPT).

L’importo base dell’IPT è stabilito con decreto del ministero delle finanze, ma può essere aumentato dalle province fino al 30%. Il bollettino va pagato arrotondando per difetto se i centesimi sono inferiori ai 49 centesimi e per eccesso se superiori. In caso di mancato pagamento o ritardi è prevista una sanzione pari al 30% del valore totale, più gli interessi dovuti.

Tutti i veicoli devono essere iscritti al PRA, tuttavia esistono anche una serie di mezzi esentati da questi obblighi:

i motocicli, salvo quelli d’epoca;

minivolture, dove per “minivoltura” si intende la rivendita del mezzo ad un concessionario autorizzato al commercio di veicoli usati.

particolari categorie di disabili.

associazioni di volontariato.

Esistono anche mezzi che possono pagare un’IPT ridotta poiché soddisfano determinati criteri. Le categorie che rientrano in questo benefit sono i veicoli storici e quelli speciali (betoniera, trasporto da latte etc) e l’importo è scontato del 75%.

Ultima modifica: 17 Maggio 2017