Potenziamento dei droni per la consegna di merci e monitoraggio delle infrastrutture e del territorio attraverso progetti di ricerca finalizzati all’aumento dell’autonomia dei mezzi e al potenziamento delle infrastrutture, come postazioni di ricarica intermedie. Studio di nuove tecnologie come le celle a combustibile (fuel cells), sistemi propulsivi green del futuro.
Citycar elettriche compatte e leggere con batteria modulare (swappable) integrabile con i sistemi fotovoltaici domestici che permettono all’utilizzatore di adattare il veicolo a percorsi urbani o extra-urbani. Sospensioni e pneumatici intelligenti e a basso consumo.
Veicoli commerciali a idrogeno integrati con la rete dati e con sistemi di percezione dell’ambiente circostante per minimizzare i consumi e ridurre le emissioni.
Sono alcuni dei progetti di ricerca e sviluppo presentati durante “Progressi e Innovazioni: Air mobility and Sustainable road vehicles”, l’appuntamento organizzato da Teoresi, società internazionale di ingegneria che supporta le imprese in progetti basati su tecnologie di frontiera in diversi settori fra cui la smart mobility e il MedTech, e Politecnico di Torino nella sede torinese della società per raccontare gli sviluppi delle attività di Spoke 1 e 2 del MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, relativi a mobilità aerea e veicoli stradali sostenibili.
Gli avanzamenti di queste attività durante i primi due anni del progetto MOST sono stati raccontati da Valter Brasso, Presidente e Ceo di Teoresi Group, Marco Bazzani, Innovation Manager di Teoresi Group, il professor Gianmario Pellegrino, Delegato del Rettore per il Trasferimento tecnologico alle imprese Politecnico di Torino, i professori Giorgio Guglieri e Andrea Tonoli del Politecnico di Torino, rispettivamente coordinatori degli Spoke 1 e 2 del MOST, Ferruccio Resta, Presidente del MOST, Massimiliano De Masi, Responsabile – Innovazione dei Modelli di Funzionamento di Poste Italiane, e Patrizio Turco, Responsabile CRF (Centro Ricerche Fiat) del progetto MOST-Spoke 2 nell’ambito del coordinamento tecnico dei progetti collaborativi nazionali ed europei di Stellantis.
“Teoresi sta trasferendo le conoscenze maturate nel settore automotive alle attività di ricerca e sviluppo sui droni, al powertrain e alla fuel cell a idrogeno: si tratta di un’attività di cross-fertilization dove competenze e tecnologie sviluppate e acquisite migrano da un settore all’altro e sono approfondite da team composti da persone con specializzazioni differenti.
“Le competenze che oggi siamo in grado di applicare alla mobilità aerea e ai veicoli stradali sostenibili, temi al centro degli Spoke 1 e 2 del MOST, comprendono tecnologie all’avanguardia tra cui Intelligenza Artificiale applicata alla guida autonoma, connettività e Digital Twin per testare alimentazioni alternative”, dichiara Marco Bazzani, Innovation Manager del Gruppo Teoresi.
“I primi due anni del progetto MOST sono stati dedicati alla ricerca, insieme alle università e agli altri partner del Centro abbiamo analizzato le soluzioni tecnologiche che nel prossimo futuro potranno rendere la mobilità aerea e su strada più sostenibile, connessa e a misura di smart city, mettendo a fattor comune le conoscenze accademiche degli atenei con l’esperienza di mercato delle aziende.”
“Nel 2025 le conoscenze acquisite saranno implementate per sviluppare i prototipi e integrarli tra di loro. La collaborazione con MOST permette a Teoresi di partecipare a progetti di ricerca condivisi tra pubblico e privato, aprendo un confronto con altri attori prestigiosi del mondo industriale e accademico: università, centri di ricerca e aziende lavorano in sinergia per lo sviluppo di soluzioni che rispondano e anticipino le esigenze del mercato”.
“Il Politecnico di Torino è da sempre in prima linea nella ricerca sulla mobilità sostenibile, a tutti i livelli, in stretto coordinamento con le aziende, con le altre università e con i centri di ricerca coinvolti – sottolineano i professori Giorgio Guglieri e Andrea Tonoli del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale-DIMEAS del Politecnico di Torino, coordinatori rispettivamente degli Spoke 1 e 2 di MOST – Ed è significativo che MOST presenti alla cittadinanza i risultati ottenuti finora e le prospettive per il futuro nella sede di un’azienda partner come Teoresi”.
“Lo sforzo congiunto di tutte queste realtà permette di ricercare le risposte ad alcune delle più importanti sfide per i settori dell’aviazione e dell’automotive, nell’ampia cornice della doppia transizione green e digitale. Ci auguriamo che questo impegno prosegua con la stessa intensità, per realizzare l’obiettivo del Centro: ridurre l’impatto ambientale dei trasporti e migliorare la vita della comunità”.
“I progetti presentati oggi sono esempi concreti di come MOST sta trasformando le sfide in opportunità – afferma Ferruccio Resta, Presidente di MOST -. Queste iniziative rivoluzionarie mirano a raggiungere gli obiettivi strategici del nostro Centro: decarbonizzazione, decongestione, sicurezza, accessibilità e creazione di lavoro. Grazie alla sinergia tra università e imprese, abbiamo costruito una solida alleanza pubblico-privata che ha favorito uno scambio dinamico di competenze tra ricerca scientifica e settore industriale”.
Ora è essenziale capitalizzare questi risultati, facilitandone l’applicazione concreta nel settore. Il nostro impegno è monitorare e amplificare l’impatto reale delle nostre attività sulla società e sullo sviluppo sostenibile, per rafforzare la competitività del Paese a livello globale e garantire benefici duraturi”.
L’attività del MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile – Nato per incentivare e supportare lo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili per l’intero territorio nazionale, MOST ha per obiettivo rendere il sistema della mobilità più efficiente e green potenziando l’alimentazione elettrica e a idrogeno e promuovendo soluzioni più efficaci per il trasporto pubblico e la logistica.
Tra gli ambiti di cui si occupa ci sono mobilità aerea, veicoli leggeri, trasporto per vie d’acqua e ferroviario, nuovi carburanti. MOST è nato dalla collaborazione tra 24 università, 24 imprese e il CNR. Nello specifico, ai progetti presentati in occasione dell’evento di Torino hanno partecipato, con Teoresi e Politecnico di Torino: (per lo Spoke 1) Politecnico di Milano, Università di Bergamo, Università di Bologna, Università La Sapienza di Roma e Università di Napoli Federico II, Poste Italiane, Thales Alenia Space Italia, Leonardo, Accenture; (per lo Spoke 2) Università di Bologna, Università di Palermo, Università di Salerno e Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Stellantis, IVECO, Pirelli e SNAM.
Droni autonomi, la urban air mobility nelle città del futuro
All’interno dello Spoke 1, che integra lo sviluppo di tecnologie di mobilità aerea con soluzioni logistiche sostenibili, si sviluppa un’attività sperimentale di collegamenti terra-isola nel Golfo di Napoli, operata da parte di Poste Italiane: il “Servizio pilota Isole Minori” ha l’obiettivo di favorire la decarbonizzazione del trasporto logistico testando un sistema di trasporto merci giornaliero con droni in grado di spostare carichi fino a 40 chilogrammi.
Un altro progetto prevede lo sviluppo presso il Politecnico di Torino di impianti di testing e certificazione per velivoli AAM (Advanced Air Mobility, mobilità aerea avanzata) in ambienti controllati: vengono studiate soluzioni che consentono la certificazione dei velivoli e operazioni in presenza di condizioni avverse di meteo o in ambienti complessi, quali quelli cittadini.
Digital Twin per lo studio del comportamento delle strutture aeronautiche in materiale composito – Fa parte dello Spoke 1 anche lo sviluppo di Digital Twins con l’obiettivo di realizzare un modello digitale accurato che possa prevedere la propagazione del danno e stimare la vita residua delle strutture in materiale composito, utilizzando dati provenienti da test di laboratorio e applicazioni operative. Tale modello consentirà di migliorare la sicurezza e l’affidabilità delle strutture aeronautiche, riducendo al contempo i costi di manutenzione e prolungando la vita utile dei velivoli.
Digital Twin per testare la propulsione a idrogeno – Infine, sempre nello stesso Spoke, si approfondisce la possibilità di sostituire le tecnologie convenzionali legate alla combustione con una propulsione maggiormente green nei velivoli a breve e media percorrenza, testando potenzialità e criticità di una fuel cell a idrogeno.
Queste “pile” a idrogeno hanno il vantaggio di ridurre di molto le emissioni di CO2 (o azzerarle nel caso dell’idrogeno verde), ma hanno necessità di molti sistemi ausiliari per il loro funzionamento. L’attività di ricerca si sta concentrando proprio sull’ottimizzazione a livello ingegneristico della sinergia fra queste componenti, a partire da competenze maturate nel campo automotive.
Veicoli stradali sostenibili, dall’idrogeno per l’alimentazione ai sensori per ridurre i consumi di energia – Lo Spoke 2 è incentrato su auto e veicoli industriali sostenibili a zero emissioni e i loro componenti. Lo Spoke ha per obiettivo studiare soluzioni che permettano di ridurre i consumi e le emissioni attraverso sistemi di propulsione innovativi e modulari, favorire la sostenibilità per gli utilizzatori e l’ambiente, aumentare la sicurezza tramite i pneumatici a bassissimo consumo, reti di sensori, connettività e sospensioni intelligenti.
Tra le sperimentazioni in corso c’è la progettazione del prototipo di un’auto di piccole dimensioni pensata per la mobilità urbana con pacco di batterie modulare (swappable) integrabile con le colonnine di ricarica e con sistemi di generazione fotovoltaica domestica. Un altro prototipo in via di sviluppo è quello di un veicolo commerciale a idrogeno per consegne urbane che riduce i consumi tramite la percezione del traffico circostante e lo scambio dati con l’infrastruttura.
Entrambi i prototipi integrano una serie di componenti innovative tra cui pneumatici a bassissima resistenza al rotolamento, sistema di percezione del traffico e controllo ADAS, sospensioni rigenerative, batterie sostituibili e riutilizzabili come accumulo stazionario. Entrambi i prototipi sono in fase di realizzazione: terminati i test in laboratorio, la validazione finale sui dimostratori partirà nella primavera 2025.
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Ultima modifica: 23 Settembre 2024