Il comparto elettrico per il mondo dei motori si dimostra ancora una volta la strada più battuta per riprendersi dalle crisi produttive e finanziarie. Un po’ come è successo con la Spyker, anche la Ronn Motor intende tornare sul mercato con un modello di auto green, in particolare con una macchina elettrica alimentata da batterie fuell cell a idrogeno.

Leggi anche: Spyker, in arrivo un suv ibrido d’alta gamma con l’aiuto di Koenigsegg

UN PO’ DI STORIA
Circa una decina di anni fa l’ingegnere Ronn Maxwell (che ora si fa chiamare Ronn Ford) presentò il progetto di una supercar ad alta efficienza in termini di consumi, dotata di motore Honda V-6 benzina sovralimentato da un sistema di iniezione a idrogeno. L’auto si chiamava Ronn Scorpion e rappresentava il prodotto di lancio del nuovo marchio automobilistico, la Ronn Motor Company. Purtroppo l’esordio di quel mezzo, al Top Marques di Monaco del 2009, avvenne proprio durante la crisi finanziaria mondiale e Maxwell/Ford si vide costretto a scartare i piani di espansione per la Ronn Motor Company. Nel 2015, con un mercato mondiale più “calmo”, Maxwell ha deciso di recuperare qualcosa dal passato, costituendo la Ronn Motor Group, società impegnata a sviluppare auto, camion e bus dotati di motori elettrici alimentati da pile a combustibile a idrogeno (fuel cell).

Leggi anche: Il camion a idrogeno Toyota “brucia” i classici a diesel

IL NUOVO MODELLO
Ci sono ancora pochissimi dettagli riguardo al primo esemplare della neonata Ronn Motor Group. Le informazioni sono generiche e siamo ancora nel campo del “gossip”. Sappiamo che si baserà su una piattaforma modulare dal nome in codice Phoenix EV e che sarà probabilmente molto simile alla sua sorella maggiore Scorpion. Avrà due motori elettrici, uno per asse e, a quanto pare, per abbattere i costi di produzione, la Ronn intende fare affidamento sulla stampa 3D per produrre le singole componenti.

Al momento la Ronn Motor Group è comunque ancora in fase di ricerca di investimenti e collaborazioni per cominciare sviluppo e produzione definitivi. C’è ancora da aspettare.

Ultima modifica: 9 Maggio 2017