E’ la Francia la nazione dell’Unione Europea in cui circolano più veicoli a metano per ogni distributore disponibile.
Sono infatti 782 i veicoli a metano (considerando sia quelli a CNG sia quelli a LNG) che circolano in Francia per ogni distributore di metano presente sul territorio.
L’Italia, che si colloca al secondo posto di questa graduatoria, vede 711 veicoli a metano in circolazione per ogni distributore disponibile. Al terzo posto c’è la Polonia, con 385 veicoli a metano per distributore.
La media nell’Unione Europea vede 373 veicoli a metano in circolazione per ogni distributore. Questi dati derivano da un’elaborazione dell’Ufficio Studi Assogasmetano su dati di Acea e di NGVA, realizzata considerando il parco circolante sia di veicoli a CNG (metano gassoso) sia di veicoli a LNG (metano liquido) e anche i distributori di entrambi i tipi (CNG ed LNG).
La cosa che stupisce maggiormente dei risultati di questa elaborazione è il fatto che l’Italia si collochi solo al secondo posto di questa speciale classifica nonostante abbia il parco circolante più sviluppato (l’unico a livello europeo che supera il milione di unità) e anche il maggior numero di distributori di metano fra i paesi che fanno parte dell’Unione Europea.
Il primo posto francese è infatti dovuto al basso numero di distributori se paragonati ad un parco circolante che è al secondo posto nell’UE, dopo quello italiano, e che viene prima di quello tedesco.
Ciò che emerge chiaramente anche da questa graduatoria è il fatto che l’Italia è si conferma leader assoluto in Europa nel settore dei veicoli a gas naturale.
Le parole di Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano
“Proprio per questo nel nostro Paese si dovrebbe puntare con decisione sul metano per autotrazione, sostenendo con forza lo sviluppo del biometano, incentivando le nuove immatricolazioni di veicoli leggeri e pesanti anche con una politica di sviluppo dei retrofit, al fine di sfruttare ancor di più la rete esistente e promuoverne l’ulteriore sviluppo. Ciò porterebbe ulteriori benefici positivi in termini di riduzione delle emissioni e contribuirebbe allo sviluppo di un settore industriale che già oggi è leader per esportazioni e nel quale siamo all’avanguardia nel mondo”.
Ultima modifica: 23 Aprile 2021