Un organismo votato a efficienza e flessibilità, già ramificato ai quattro angoli della Terra ma ancora in costante espansione, anche grazie alla crescita del suo braccio italiano, entrato nel gruppo per fare la differenza.
Parliamo di Dpdgroup, il network internazionale di servizi di corriere espresso, leader di settore in Europa e di proprietà del colosso francese Groupe La Poste e di Brt SpA, ex Bartolini, fondata a Bologna nel 1928 e conosciuta da tutti per il rosso acceso della sua enorme flotta di mezzi.
In un 2020 che, complice la pandemia, ha espanso a dismisura il già florido mercato delle consegne di beni a domicilio, assieme ai numeri da record fatti registrare dalla casa madre è arrivata anche l’acquisizione, da parte di Dpdgroup, di un ulteriore 47,5% delle quote azionarie di Brt, portando il totale della partecipazione transalpina dal 37,5% all’85% dell’intero pacchetto.
Questo, all’interno di un processo di nuove integrazioni che ha fatto schizzare il fatturato totale di Dpd, lo scorso anno, a quota 11 miliardi di euro (+42% sul 2019), perché Brt, nell’anno che ha preceduto la deflagrazione del Covid, aveva messo assieme, da sola, ricavi che superavano quota 1,4 miliardi, giustificando ampiamente l’investimento richiesto.
E facendo valere, così, il peso di 200 filiali (16 delle quali in Emilia Romagna), 35 hub parcel (3 dei quali in regione, tra Bologna, Parma e Cesena), 13 hub messaggerie, 12 impianti di logistica e oltre 3.700 punti di ritiro e consegna presenti su tutto il territorio italiano. Ma i punti di forza di Brt, al netto di un esercito di oltre 22mila addetti tra dipendenti, operatori di magazzino, autisti e altri fornitori e delle sue oltre 550mila spedizioni giornaliere, non sta solo nella capillarità dei suoi servizi, bensì nel modo in cui questi sono erogati. Le parole d’ordine, in questo senso, sia per il direttivo francese che per la sua anima tricolore sono innovazione e sostenibilità, con gli ambiziosi obiettivi del piano quinquennale appena lanciato dal gruppo di riferimento, chiamato ‘Together and Beyond’, riflessi dagli sforzi già messi in campo da Brt sui fronti ambientale e tecnologico.
Le consegne sostenibili di BRT
A cominciare da consegne nei centri storici delle maggiori città italiane gestite esclusivamente attraverso mezzi elettrici o a metano, che diventeranno realtà, a Bologna, entro il 2021, e, a Roma e Milano, entro il 2025.
Accanto a questo, i programmi ‘Smart urban depot’, con le filiali cittadine servite da mezzi a basse emissioni e una rete di negozi di prossimità che riduca le distanze percorse dai driver e i progetti ‘Respire’ e ‘Breathe’, finalizzati al monitoraggio della qualità dell’aria e alla compensazione degli inquinanti emessi. Anche per questo, il ceo e chairman di GeoPost/Dpdgroup, Boris Winkelmann, si è detto «orgoglioso della resilienza e del successo del mio team», affermando che «ci troviamo nella migliore posizione di sempre per diventare il riferimento internazionale nella consegna sostenibile e uno dei principali promotori dell’e-commerce».
Lorenzo Pedrini
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Ultima modifica: 4 Marzo 2021