Le indicazioni dopo i test a meno di tre settimane dal via: Red Bull competitiva

 

di Leo Turrini

Firenze, 26 febbraio 2013 – Certamente e’ ancora presto per stilare una…profezia in merito ai destini del prossimo mondiale di Formula Uno. Certamente l’ultimo test pre campionato, tra breve in programma ancora a Barcellona, dara’ indicazioni piu’ precise, costringendo le scuderie a scoprire almeno in parte le carte in vista del debutto iridato all’Albert Park di Melbourne, il 17 marzo. Eppure, qualcosa gia’ siamo in grado di intuire. Andiamo con ordine.

DAVANTI. La vera incognita del 2013, persino piu’ che in passato, ha un nome: Pirelli. L’azienda milanese ha optato per gomme a rapida ‘degradazione’, con cio’ complicando la vita ad ingegneri e piloti. Per quanto visto finora, forse e’ la McLaren ad avere il miglior ‘rapporto’ con gli pneumatici italiani. Cosi’ si spiega un gran tempo di Button a Jerez con ‘scarpe’ dure, cosi’ si spiega il miglior tempo di Perez a Barcellona con gomme morbide. Subito dietro, in omaggio se non altro alla recente tradizione, dobbiamo collocare la Red Bull. Che, soprattutto sulla media distanza, ha mostrato un tasso di competitivita’ molto interessante. Nonche’ preoccupante per i rivali…

FERRARI C’E’. La Rossa non sembra messa male. Talune soluzioni aerodinamiche (un ‘buco’ subito copiato dalla concorrenza per migliorare l’effetto suolo) assicurano ad Alonso e Massa una discreta base di partenza. Naturalmente si tratta di capire l’efficienza complessiva della F138, fin qui talvolta penalizzata da imbarazzanti problemi di surriscaldamento.

L’OUTSIDER. La sorpresa e’ Nera. Nel senso che la Lotus di Raikkonen (e di Grosjean) si e’ fatta applaudire per la consistenza delle prestazioni. Gia’ nel 2012 la ex Renault aveva stupito, tanto che il biondino finlandese chiuse l’annata al terzo posto nella classifica iridata.

DA SCOPRIRE. Rimane un mistero avvolto nell’enigma, invece, il potenziale della Mercedes. Il Vecchio Zio, alias Michael Schumacher, non e’ piu’ in circolazione. Hamilton e’ una garanzia in termini di rendimento ‘personale’, pero’ ancora non e’ chiaro fino a che punto la gente di Stoccarda, coinvolta anche dai giochi di potere che hanno condotto al vertice del team il vecchio Niki Lauda, creda ancora nell’idea dell’investimento chiamato Formula Uno.

 

di Leo Turrini

Ultima modifica: 16 Novembre 2017