Il brand nipponico ha battuto di poco il suo rivale statunitense. Sembra superata la crisi che, tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, ha costretto la Casa a ritirare 9 milioni di auto in tutto il mondo
Tokyo, 24 gennaio 2011  – La casa automobilistica giapponese ha battuto di poco il suo rivale statunitense General Motors, che ha venduto 8,39 milioni di unita’, secondo i dati annunciati da parte della societa’ di Detroit. Un portavoce di Toyota, tuttavia, ha dichiarato che il primo posto mondiale in termini di vendite e’ un risultato “non importante” per il gruppo. “Il nostro obiettivo e’ quello di diventare il numero uno in termini di servizio e soddisfazione del cliente”, ha detto il portavoce Paul Nolasco.
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Tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, Toyota ha dovuto richiamare quasi nove milioni di auto in tutto il mondo per una serie di problemi tecnici, tra cui il pedale di accelerazione che poteva rimanere bloccato in posizione abbassata e i sistemi di frenatura che reagivano in ritardo, causando una delle peggiori crisi della sua storia.
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L’impatto mediatico di questa vicenda e’ stato particolarmente forte negli Stati Uniti dove e’ stata richiamata la maggioranza dei veicoli. Nel 2010, le vendite di Toyota in senso stretto (che rappresentano il 90% di quelli nel gruppo) hanno subito una stagnazione negli Stati Uniti, il suo secondo mercato dopo il Giappone, mentre per la maggior parte degli altri produttori c’e’ stato un rialzo delle vendite dopo la recessione finita nel 2009. Toyota ha venduto il 14% in piu’ rispetto al 2009 in Giappone, il 19% in piu’ in Cina e il 24% in tutti gli altri paesi asiatici.
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Le vendite, tuttavia, sono diminuite del 11% in Europa, ma il continente e’ “un mercato molto difficile” per la maggior parte dei costruttori”. Per il 2011, il portavoce ha sottolineato che il produttore dovrebbe cercare di “continuare a lavorare per riconquistare la fiducia dei consumatori” ha aggiunto Nolasco. Quest’anno, la Toyota, tutte le marche comprese, ha un obiettivo di vendita di 8,61 milioni veicoli, in crescita del 2% anno sull’anno precedente.
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Ultima modifica: 16 Novembre 2017