Hiromu Murata e’ dal 2006 presidente e direttore generale di Yamaha Motor Italia. Nato a Takatsuki-Shi (Giappone) l’8 settembre 1965, e’ sposato con 3 figli e vive a Milano. Ha iniziato a lavorare in Yamaha in Giappone nella divisione Marine. Successivamente e’ passato alle due ruote destinato, in Francia, alla direzione della Mbk. Murata ha guidatosuccessivamente le filiali Yamaha di Francia, Olanda e Italia come direttore generale. Rientrato in Giappone si e’ occupato di tutto il mercato europeo. Da 2006 e’ tornato in Europa ricoprendo l’attuale incarico di presidente Yamaha
{{IMG_SX}}La Yamaha ha scelto l’Italia come seconda patria. C’e’ un motivo particolare?
“Prima di tutto il mercato italiano e’ uno dei piu’ importanti al mondo e ci puo’ dare risposte molto interessanti dal punto di vista del prodotto. Poi Yamaha ha tenuto presente che la storia delle due ruote e’ partita dal vostro paese. Gilera, Morini, Mv, Vespa, Lambretta, Ducati sono marchi che hanno segnato, passo dopo passo, la vita di chi ha da sempre utilizzato le due ruote”.
Italiano e’ anche il vostro pilota di punta, quel Valentino Rossi che quest’anno e’ tornato a lottare per il mondiale?
“Yamaha vuole sempre lottare per il successo. La scelta di Valentino, in effetti ha questo duplice aspetto. Il fatto che Rossi e’ ancora il piu’ forte pilota in attivita’ e in piu’ e’ italiano sono le due ragioni che ci hanno portato a chiudere con Valentino”.
C’e’ un filo conduttore che lega l’Italia e la vostra azienda?
“La passione che hanno gli italiani per le due ruote e’ la stessa della Yamaha. Solo con la passione e’ possibile offrire sempre prodotti e servizi ad altissimo livello. L’Italia rappresenta per noi un mercato fondamentale. Lo dimostra il fatto che abbiamo deciso di costruire qui il piu’ importante quartier generale fuori dal Giappone”.
Come si posiziona Yamaha nel panorama di un mercato che deve crescere ad ogni costo, che deve fare numeri per contrastare la concorrenza?
“Yamaha ha una filosofia definita alla quale non intende derogare. In primo piano deve esserci la soddisfazione del cliente e dei nostri concessionari. In secondo piano la ricerca spasmodica di aumentare le vendite ad ogni costo. Siamo altresi’ convinti che con la completa soddisfazione del cliente arrivano anche le vendite e i profitti. E’ un circolo chiuso dal quale non vogliamo uscire. Anche gli investimenti prioritari vanno verso il concetto della gratificazione completa dei nostri partner a cominciare dai nostri clienti. Noi vogliamo che i possessori delle due ruote tornino da noi quando decidono di cambiare moto”.
Mi sembra di capire che Yamaha si distacca dal concetto tipico dell’industria giapponese?
“Se si riferisce al fatto che la Yamaha da sempre ha avuto una mentalita’ molto aperta, sono d’accordo con questa tesi. Quando parla di programmazione e di servizi alla clientela siamo completamente integrati nella mentalita’ tipica giapponese ben illustrata dalla Toyota. Tornando alla diversita’, Yamaha ha sempre puntanto a quattro temi ben precisi: passione, sfida, innovazione e irriverenza”.
Concetti che possono essere riassunti anche in manifestazioni come la Yamaha Fest?
“E’ la passione che ci spinge a organizzare appuntamenti come quelli di Misano per i nostri clienti. Pensi che nell’ultima edizione dei primi di luglio sono arrivati ben 15 manager giapponesi per prendere visione di quello che riusciamo a fare qui in Italia. Credo che da questa esperienza trarranno importanti consigli per esportare in altri paesi questa nostra esperienza”.
Italia, Valentino, Yamaha con un team praticamente italiano. E’ soddisfatto della presenza da noi del team piu’ importante e …Rossi restera’ ancora per due anni?
“Noi speriamo di avere Valentino ancora per due anni in sella alla nostra M1. Abbiamo letto anche noi le dichiarazioni da parte del pilota di Tavullia di continuare con Yamaha. Speriamo, anche se ancora non c’e’ niente di scritto. Per il resto, anche se non dipende da me il fatto di avere in Italia il team della MotoGp e’ una grande soddisfazione. Da me dipende la Superbike che ci sta dando buone soddisfazioni”.
Una domanda sulla concorrenza. Un giudizio su quello che sta facendo la Ducati, una piccola azienda che con 40.000 moto vendute tiene testa ai colossi giapponesi.
“Si torna al concetto iniziale. La passione, l’inventiva degli italiani ha portato la Ducati a vincere un mondiale. Ma quest’anno siamo tornati competitivi e credo che per rivincere il titolo Ducati dovra’ fare i conti con noi. Ma allo stesso tempo vorrei fare i complimenti alla Ducati per quello che ha fatto nella passata stagione e per quello che sta facendo in questa”.
Ultima modifica: 16 Novembre 2017