Dante Giacosa, allo Heritage Hub di Stellantis una mostra allo straordinario papà di Fiat 500

L‘Heritage Hub di Stellantis ospita una mostra straordinaria. Celebra il 120° anniversario dalla nascita di Dante Giacosa, figura leggendaria dell’ingegneria automobilistica italiana. L’esposizione sarà visitabile fino a metà settembre 2025.

Si tratta di un tributo a una mente brillante che ha rivoluzionato il concetto di mobilità. Dante Giacosa ha guidato l’ingegneria e lo stile FIAT per oltre quattro decenni.

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L’iniziativa vuole onorare il suo pensiero visionario e la sua eredità progettuale. Questi elementi hanno contribuito in modo determinante al prestigio internazionale del marchio FIAT. La mostra è un omaggio anche all’uomo, che unì rigore tecnico e spirito umanistico.

L’esposizione si trova negli spazi suggestivi dell’ex Officina 81, presso lo storico stabilimento di Mirafiori a Torino. Dieci vetture iconiche firmate da Dante Giacosa sono poste all’ingresso.

Accanto a questi modelli, il percorso valorizza altre sue creazioni disseminate nell’HUB. Tra queste spicca la rarissima Prototipo 100, archetipo della Fiat 600. La Fiat 600, infatti, festeggia quest’anno il suo 70° anniversario.

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Ogni vettura in mostra è una testimonianza di un’idea di mobilità. Questa idea univa tecnica, accessibilità e visione del futuro. Rappresenta l’incredibile lascito di un progettista geniale.

Tra le icone in mostra, la Fiat 500 “Topolino” (versione 500B del 1948) apre la rassegna. Nata nel 1936, fu apprezzata per economia e affidabilità. Il soprannome “Topolino” deriva dai fari che ricordavano il personaggio Disney.

Si affianca la Fiat Campagnola, il primo fuoristrada italiano di grande serie. Prodotta dal 1951, fu protagonista in ambito civile, militare e in spedizioni estreme.

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Con la Fiat 600 Multipla (1956), Dante Giacosa inventò il concetto di monovolume. Era un’auto rivoluzionaria per abitabilità e versatilità. Poteva trasportare fino a sei persone in poco più di tre metri.

La sua architettura ispirò generazioni di veicoli multispazio. La Multipla rimane un simbolo dell’ingegno italiano applicato alla mobilità.

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Dante Giacosa e il suo capolavoro

Nel 1957, la leggendaria Fiat Nuova 500 fu presentata a Torino. Simbolo della rinascita italiana del dopoguerra, è forse l’auto più iconica di Dante Giacosa. Compatta, semplice e geniale, fu prodotta in oltre 3,8 milioni di esemplari.

In mostra anche la sua evoluzione più spaziosa, la 500 Giardiniera. Prodotta dal 1960, fu la prima vera station wagon urbana italiana. Utilizzata da famiglie, commercianti e artigiani.

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A metà degli anni Sessanta, la Fiat 124 (1966) offrì una sintesi perfetta di eleganza e funzionalità. Vinse il titolo di “Auto dell’Anno” nel 1967. La sua architettura semplice la rese ideale anche per mercati emergenti.

Fu prodotta su licenza in numerosi Paesi, tra cui URSS e Spagna. Il 1969 fu un anno chiave, segnando l’arrivo di tre modelli fondamentali. L’Autobianchi A112, agile city car, sfidò la Mini inglese.

La Fiat 130, ambiziosa ammiraglia di lusso, competeva con marchi tedeschi. Ma soprattutto la Fiat 128, “Auto dell’Anno” 1970. Considerata rivoluzionaria, fu la prima di grande serie con motore anteriore trasversale e trazione anteriore.

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Questa architettura divenne lo standard per le auto compatte mondiali. Chiude la rassegna la Fiat 126 (1972), evoluzione moderna della 500. Più sicura e confortevole, fu l’ultima Fiat con motore e trazione posteriori.

Prodotta fino al 2000 in oltre 4,6 milioni di unità, la 126 divenne un’icona nazionale in Polonia.

Oltre all’anniversario di Dante Giacosa, ricorre il 70° della Fiat 600. Nata per motorizzare l’Italia, rappresentò una svolta tecnica ed economica. Grazie alla scelta di trazione e motore posteriori.

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Il nuovo propulsore Tipo 100, da 633 cc e 21,5 CV, garantiva agilità e contenimento costi. La scocca portante e le sospensioni indipendenti puntavano all’efficienza.

Soluzioni originali includevano i fari spostati sui parafanghi per semplificare la produzione. Le portiere incernierate posteriormente montavano vetri in tre sezioni. Anteriormente, si trovavano serbatoio, ruota di scorta e spazio bagagli.

L’abitacolo, semplice ma ingegnoso, poteva trasformarsi in un ampio vano di carico. Presentata al Salone di Ginevra del 1955, conquistò subito il pubblico. Linee moderne, quattro posti, 95 km/h e un prezzo accessibile furono le sue chiavi di successo.

Seguirono continue evoluzioni, inclusa la 600 Multipla del 1956. Con la 600D (1960), la cilindrata salì a 767 cc e la velocità a 110 km/h. In totale, oltre 4,9 milioni di esemplari furono prodotti.

La qualità del progetto “Tipo 100” fece sì che il motore della 600 continuasse ad evolvere. Motorizzò altri modelli Fiat, come 850, 127, e Panda 45. Utilizzato fino agli anni 2000, passò il testimone ai motori FIRE.

Anche telaio e ciclistica della 600 dimostrarono le loro doti. Nelle imbattibili elaborazioni di Abarth, le 850 e 1000 TC scrissero la storia nelle competizioni mondiali.

Alla recente 1000 Miglia 2025 ha preso parte una Fiat 600 celeste del 1955. Ha completato il percorso con tenacia e affidabilità. Incarnando lo spirito indomito dell’utilitaria italiana.

Le Fiat 600 private affrontavano la corsa nelle “classi minori”. A ricordare che la 1000 Miglia è anche celebrazione popolare della passione automobilistica.

Alla 1000 Miglia 2025 hanno partecipato come Support Car l’Abarth 600e e la Fiat 600 Hybrid. L’Abarth 600e è la più potente di sempre, con 280 CV.

La Fiat 600 Hybrid è la nuova “family mover” di FIAT. Un passaggio di testimone tra le storiche 600 e le loro attuali eredi.

Dante Giacosa, nato a Roma nel 1905, si laureò in Ingegneria Meccanica a Torino nel 1927. Entrò in Fiat l’anno dopo, iniziando una carriera straordinaria. Nel 1946 fu nominato direttore degli uffici tecnici autoveicoli.

Guidò lo sviluppo dei principali modelli Fiat del dopoguerra. La sua prima grande impresa fu la 500 “Topolino” (1936). Seguirono la 1400, 1900 e Campagnola.

Con la 600 del 1955 Dante Giacosa introdusse il motore posteriore. E con la Multipla aprì la strada ai veicoli compatti e versatili. Il 1957 è l’anno della consacrazione con la Nuova 500.

Questo capolavoro valse a Dante Giacosa il Compasso d’Oro nel 1959. Negli anni successivi progettò modelli iconici come la 124 e la 128. La 128 fu la prima Fiat a trazione anteriore.

Collaborò con Autobianchi alla rivoluzionaria Primula, apripista per la trazione anteriore in Italia. Parallelamente, insegnò al Politecnico di Torino per quasi vent’anni. Pubblicò testi fondamentali e registrò 62 brevetti.

La sua figura univa visione ingegneristica, senso estetico e cultura umanistica. Lasciò la Fiat nel 1970 e si dedicò all’attività memorialistica. Raccontò la sua passione nel libro “I miei 40 anni di progettazione alla Fiat“.

Dante Giacosa morì a Torino nel 1996, a 91 anni. Il suo insegnamento, ancora attuale, è fondato sull’equilibrio tra intuizione, semplicità e rigore. “Progettare – scriveva – è anche valutare le difficoltà… e risolverli nel modo più semplice e completo”.

Un’eredità che continua a ispirare generazioni di tecnici e innovatori.

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Ultima modifica: 15 Luglio 2025

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