In Australia Toyota sta vivendo il suo personale dieselgate. Un tribunale federale australiano ha infatti stabilito che la casa giapponese deve risarcire i proprietari di veicoli Toyota che presentano un provato difetto ai filtri antiparticolato dei motori diesel.
La sentenza è il frutto di una class action contro Toyota, accusata di aver installato filtri difettosi su oltre 264mila veicoli Hilux, Prado e Fortuner venduti tra ottobre 2015 e aprile 2020. È stato infatti riscontrato che i filtri antiparticolato di questi modelli non fanno bene il proprio lavoro, lasciando passare gli inquinanti dal tubo di scappamento. Tale difetto, secondo i querelanti, avrebbe anche ridotto l’efficienza del carburante e velocizzato l’usura del motore.
Secondo il tribunale, che ha accolto le accuse, i filtri antiparticolato difettati hanno ridotto il valore commerciale dei veicoli, in media di circa il 17,5%, ossia più o meno 7mila dollari australiani in meno per ogni veicolo (circa 4.800 euro). In base a questa stima i clienti avrebbero dunque diritto a un risarcimento. Non solo: l’ammontare del risarcimento può anche comprendere spese di riparazione o un indennizzo in caso di assenza da lavoro per portare il veicolo dal meccanico, o anche per rimborsare la perdita di efficienza del carburante.
Insomma, facendo calcoli a grandi linee, se tutti i clienti coinvolti dovessero rivendicare i propri diritti in base alla sentenza del tribunale federale australiano, Toyota si ritroverebbe a dover pagare oltre 2 miliardi di dollari australiani, che corrispondono a circa 1,4 miliardi di euro.
Toyota dal canto suo ha affermato di voler presentare ricorso a questa sentenza, sostenendo di aver già provveduto in molti casi a trovare dei rimedi al difetto con i clienti.
Ultima modifica: 8 Aprile 2022