Nel mercato automobilistico italiano sta emergendo una tendenza inquietante: la scomparsa delle auto nuove al di sotto dei 14.000 euro. Nel 2019, queste vetture rappresentavano il 42% del mercato, ma nel 2022 questa percentuale è scesa drasticamente al 27%. Questo cambiamento significativo solleva domande cruciali sul futuro dell’industria automobilistica e sulle scelte dei consumatori. Questo articolo esplorerà le ragioni dietro questa scomparsa e le sue implicazioni.
L’evaporazione delle auto sotto i 14.000 euro
Nel 2019, una fetta considerevole del mercato automobilistico italiano era rappresentata da auto nuove al di sotto dei 14.000 euro, con addirittura il 7% di esse offerte a meno. Tuttavia, nel 2022, questa fascia di prezzo sembra essere svanita nel nulla. L’analisi del Centro Studi Fleet&Mobility rivela che la riduzione delle vendite è il risultato di una strategia adottata dai costruttori automobilistici, che hanno alzato i listini e ridotto gli sconti.
Inizialmente, questa variazione di prezzo è stata attribuita alla scarsità di chip, che ha influenzato l’intera industria. Tuttavia, questa spiegazione non è più sufficiente. I produttori stanno adottando una strategia di produzione e vendita limitata, evitando di svenarsi sui prezzi. Ma perché questa trasformazione? L’industria automobilistica è costretta a diventare una “boutique” perché non ha altra scelta. Se continuasse a vendere un numero illimitato di automobili al prezzo richiesto dal mercato, ciò comporterebbe un eccesso di veicoli alimentati a combustibili tradizionali, superando i limiti di emissioni di CO2 imposti dalla politica e generando multe salate.
Questo cambiamento non riguarda solo le auto, ma coinvolge anche altri settori industriali. Un esempio è quello della Bosch UK, che ha aumentato i prezzi delle caldaie a gas per compensare le perdite causate dalla mancanza di vendite delle pompe di calore. In modo simile, le case automobilistiche stanno scaricando il peso delle multe dovute alle emissioni sui prezzi delle vetture.
La sfida per i consumatori e l’industria
Ora il mercato è caratterizzato da un divario: ci sono ancora consumatori (forse 100.000 o 200.000) disposti a acquistare auto nuove sotto i 20.000 euro, ma i produttori tradizionali sembrano negare loro questa opportunità . Sorprendentemente, sono i produttori cinesi che stanno colmando questa lacuna, offrendo auto termiche di qualità a prezzi più accessibili.
Mentre questa tendenza potrebbe non preoccupare gli azionisti delle case automobilistiche che stanno registrando profitti record, solleva domande importanti per i consumatori e l’industria in generale. C’è la preoccupazione per i 12,9 milioni di lavoratori diretti e indiretti nell’industria automobilistica italiana. Le politiche green della Commissione Europea, sebbene abbiano l’obiettivo di ridurre le emissioni, stanno incrinando l’industria automobilistica nazionale e mettendo a rischio posti di lavoro.
Dunque, la scomparsa delle auto nuove sotto i 14.000 euro rappresenta una svolta significativa nell’industria automobilistica italiana. Questa tendenza solleva domande importanti sulla strategia delle case automobilistiche e sulle implicazioni per l’occupazione e l’ambiente. Mentre il mercato evolve, i consumatori dovranno adattarsi alle nuove realtà , e l’industria dovrà cercare soluzioni sostenibili per prosperare in un’era di cambiamento.
Ultima modifica: 31 Ottobre 2023