La partenza, da Budapest, è stata nel segno della globalizzazione, ma l’arrivo sarà tutto italiano, nella città più romantica del nostro Paese. Per gli appassionati delle due ruote e per tutti coloro che il 29 maggio festeggeranno il Giro d’Italia nella tappa conclusiva di Verona, il Museo Nicolis di Villafranca ha in serbo i gioielli più preziosi delle sue collezioni.
Tutto è iniziato da qui! Gli appassionati che festeggeranno l’arrivo degli eroi del pedale potranno ammirare testimonianze uniche della storia della bicicletta.
A soli 15 chilometri da Verona, sono infatti custoditi preziosi antesignani delle moderne biciclette, come la Draisina del 1817, che è l’oggetto più vicino alla nostra bicicletta: un veicolo in legno, a due ruote con lo sterzo ma senza pedali, costruito nel 1816, per il trasporto personale dall’aristocratico tedesco Karl Christian Ludwig Drais von Sauerbrohn.
Per avanzare si stava a cavalcioni e si procedeva a forza di pedate sul terreno senza contare che, per cambiare direzione, era necessario fermarsi e spostare il veicolo a braccia! Ovviamente, i ciclisti dell’epoca avevano le loro difficoltà: a cavallo della draisina era facile sporcarsi calzoni e calzature. Inoltre, dovendo frenare con i piedi, coloro che si cimentavano in questa singolare corsa si ritrovavano rapidamente con le suole consumate.
Drais sosteneva che, sostituendo al cavallo questa “macchina da corsa” si sarebbero risparmiati i costi della biada, spesso molto elevati. La bizzarria di questa invenzione non impedì alla Draisina di diventare una specie di giocattolo alla moda per i giovani aristocratici del tempo che, non a caso, la ribattezzarono “hobby horse”, cavallo da divertimento.
Ma la storia, come si sa, è costellata di intuizioni folgoranti che vengono successivamente perfezionate da altri.
Il vero salto di qualità, che consacra definitivamente le due ruote come mezzo di trasporto, è siglato infatti da due artigiani francesi. I Michaux, padre e figlio, passati alla storia per aver applicato per primi i pedali al biciclo. L’innovazione imprime una formidabile accelerazione al processo tecnologico e consente di realizzare le prime Michaudine. Originariamente in legno e, successivamente, sostituite da mezzi realizzati in ferro forgiato. Al Nicolis è esposta una Michaudine del 1865.
Ma le sorprese, per chi voglia fare una puntata al Museo Nicolis, non sono finite. Troverete esposte più di cento bici, dalle origini a quelle appartenute ai grandi campioni come: la Coppi Special del 1955, pezzo di straordinaria rarità, la Bianchi Modello Tour de France del 1949. O la Legnano del 1948 in ricordo di Gino Bartali. Queste sono solo alcune testimonianze che introducono alla scoperta di una delle più complete collezioni del Mondo.
Le parole di Silvia Nicolis, Presidente del Museo
“Al Nicolis ripercorriamo le tappe fondamentali dell’evoluzione della bicicletta. I modelli da corsa sono un fiore all’occhiello della nostra collezione. Anche perché le prime gare di velocità si tenevano già alla fine del 1800. L’arrivo a Verona del Giro d’Italia sarà un’occasione straordinaria per la città. Ma anche per tutti gli appassionati che verranno da noi a scoprire aneddoti ed invenzioni mai viste!”
I visitatori potranno ammirare inoltre centinaia di auto e motociclette storiche, strumenti musicali, macchine fotografiche e per scrivere, oggetti incredibili dell’ingegno umano. Il Nicolis è a Villafranca, a pochi minuti da Verona. Impossibile sbagliarsi, sul tetto del Museo sono visibili anche da lontano alcuni aerei che sembrano appena atterrati.
Ultima modifica: 16 Maggio 2022