Secondo Bloomberg Carlos Ghosn, l’ex presidente dell’Alleanza Renault Nissan Mitsubishi accusato in Giappone di irregolarità fiscali e abusi di fiducia, sarebbe in realtà vittima di un complotto ordito da alti dirigenti di Nissan. A sostegno della sua tesi, l’agenzia di stampa cita delle email riservate interne all’azienda e diversi anonimi testimoni diretti.
Già molto prima dell’arresto di Ghosn, nell’autunno del 2018, all’interno di Nissan si tessevano trame per far fuori il presidente. La principale motivazione di questo atteggiamento sarebbe da ricercare in un generale malcontento che serpeggiava fra i dirigenti di Nissan, poco inclini ad accettare una più stretta fusione fra la società giapponese e la francese Renault auspicata da Ghosn stesso.
Bloomberg parla di “una catena di corrispondenze via email che risale a febbraio 2018”, nella quale emerge “una metodica campagna” dedicata a eliminare Carlos Ghosn. Il protagonista di questo complotto interno sarebbe Hari Nada, ex Chief executive office di Nissan e principale testimone d’accusa contro Ghosn nei procedimenti in tribunale a Tokyo. Nada scriveva a Hitoshi Kawaguchi (responsabile per le relazioni con il governo giapponese): “È necessario neutralizzare la sua [di Ghosn] iniziativa prima che sia troppo tardi”, riferendosi appunto al piano di Ghosn di cementificare ulteriormente l’alleanza di cui era a capo. La rimozione dell’ex presidente, dunque, sarebbe stato il primo importante passo in un grande progetto di ristrutturazione dei rapporti di forza fra giapponesi e francesi, con i primi che scalpitavano per riottenere più potere.
Se dovessero essere confermate, tali rivelazioni potrebbero riscattare Carlos Ghosn, che ricordiamo essere al momento latitante in Libano.
Ultima modifica: 17 Giugno 2020