Bugatti è la storica casa automobilistica d’oltralpe, nata su suolo francese e apprezzata per i suoi modelli sportivi ed anche per quelli storici.
A fondare il marchio automobilistico fu Ettore Bugatti nel lontano 1910. Un emigrato italiano che diede forma tangibile ad un sogno. L’azienda subì un brusco arresto nel 1963, ma poi riprese forza e vigore, sfidando i tempi e la crisi, ma alla fine fu quest’ultima ad avere la meglio, sebbene tutto non sembri ancora perduto. Al di là di tutto, ancora oggi Bugatti rappresenta il simbolo di un tratto della storia d’Italia nel mondo. Un fascino tutto italiano nel settore automobilistico. Il marchio rievoca il nome di Ettore Bugatti. Riviviamo qui la sua storia.
Albori di Bugatti
Bugatti rappresenta, ancora oggi, un marchio dal fascino d’altri tempi. Simbolo inequivocabile della voglia di un italiano emigrato in Francia, con il desiderio mai abbandonato, di dar vita e forma tangibile ad un sogno, quello di un’auto che sfidasse le mode e i tempi, per giungere dritta ai cuori di pochi appassionati. Un’auto apprezzata da tutti, ma acquistabile solo da pochi. Nel corso dei suoi innumerevoli anni di storia, il marchio ha subito non poche battute d’arresto, tanto da finire per essere una delle tante acquisizioni di altre aziende con maggiori possibilità finanziarie.
La casa automobilistica Bugatti, appunto, è stata proprio tra il 1987 ed il 1995, al centro di un’importante azione industriale e finanziaria, che puntava alla realizzazione di una serie di autovetture da gran turismo. Auto molto raffinate e di grande stile dai costi decisamente inaccessibili a tutti, ma per una ristretta cerchia del luxury.
Ripercorriamo insieme tutta la storia di questo noto marchio del settore automotive. Proviamo a comprendere cosa abbia realmente dovuto affrontare nel corso degli anni, sin dai suoi primi albori. Sorta nel 1910, in Francia, per volere di un milanese, Ettore Bugatti, rimasto italiano sino alla fine. In realtà l’industriale milanese non emigrò in Francia, ma in Germania. Non a caso, Molsheim, fu propriamente la città in cui sorse il marchio. La città divenne di dominio francese solo in seguito alla Prima Grande Guerra. Si trattò, pertanto, di un’azienda nata come tedesca e solo più tardi naturalizzata francese, ma sempre e comunque fondata da un italiano!
Il marchio Bugatti sin da subito si distinse per la produzione di auto meravigliose, ma furono solo in pochissimi esemplari. A tale produzione si affiancò anche quella di automotrici ferroviarie particolarmente efficienti e veloci. Nel 1955 giunse il primo stop, poiché l’azienda venne requisita dallo stato francese, in quanto industria italiana. A quel tempo le aziende italiane, così come quelle tedesche, non erano ben volute in Francia. Questo momento negativo non riuscì, tuttavia, a fermare il sogno di grandezza del suo fondatore. Il marchio Bugatti, che seppe riprendersi sul finire degli anni ’80.
Anche quando venne a mancare il suo fondatore storico, il marchio fu in grado di mantenere le redini del suo potere, tanto che, nel 1987, Romano Artioli, un modenese che si occupava di importare Suzuki per l’Italia, diede vita ad una Bugatti italiana. Venne firmato un accordo con Bugatti International, creata da Jean-Marc Borel. Nacque così il marchio Bugatti Automobili che, da lì a poco, realizzò delle auto GT uniche e dalla tecnologia esclusiva.
L’industria venne creata a Campogalliano, nel modenese, cominciando sin da subito con la produzione di un veicolo V12, da 3.5 litri. Il veicolo presentava ben quattro turbine IHI, cinque valvole per cilindro e una potenza, pensate, di 412 Kw. Il propulsore venne realizzato in meno di un anno e già nel 1989, le prime automobili del marchio erano pronte per effettuare i test su strada. Chiaramente, restava da mettere a punto la parte riguardante la carrozzeria, ma in quanto a meccanica era tutto perfettamente pronto.
Fu necessario attendere il 1991 per avere l’auto definitiva, presentata proprio a Parigi.
L’auto venne denominata EB110, proprio in ricordo del primo fondatore del marchio, appunto, Ettore Bugatti. Il veicolo con il potente V12 presentava una scocca in fibra di carbonio e aveva la trazione integrale permanente con un cambio a sei rapporti. I sogni di una piccola azienda si infransero presto dinanzi alle enormi ragioni del potere. Il team che aveva guidato la rinascita del marchio, tuttavia, non si arrese e nel ’92 portò al Salone di Ginevra il modello EB110 S, una versione ancor più potente con 451Kw.
La produzione doveva però fare i conti con le richieste ancora ridotte di veicoli. Non era tempo ancora di arrendersi malgrado tutto. Ecco allora che nel 1993, la Bugatti presentò l’EB112, la nuova berlina quattro porte, con la stessa meccanica della EB110, ma con quasi doppia cilindrata. Presentava 6 litri e 339 Kw, con uno stile retrò che ricordava le Bugatti anni ’30. Un’auto di lusso al costo di poco meno di 300 milioni, ma dopo due esemplari realizzati, il progetto vide la sua fine.
Acquisizione di Bugatti
Nonostante il marchio non riuscisse a decollare e l’azienda cominciava a fare sempre più i conti con una crisi imperante, nel 1993, si riuscirono a trovare i fondi per acquistare la Lotus. Artiolo intendeva dar mostra di un’azienda ancora florida, ma non era così. Solo due anni più tardi, l’azienda dovette ammettere la crisi ormai chiara di un’avventura che aveva tutta la voglia di realizzare un grande sogno, ma non ci era riuscita. La casa automobilistica aveva prodotto nel complesso 126 EB110 nelle varie versioni e 13 prototipi completi. Quando chiuse i battenti, erano in lavorazione quattro EB110 che dovevano giungere sul mercato statunitense.
Da lì a poco, il marchio finì nelle mani della Volkswagen, ancora una volta tornò in mani tedesche, ironia della sorte! Il sogno però sembra stia per rinascere, perché a Campogalliano sta per nascere la nuova era Bugatti. Questa volta si chiamerà B. Engineering come erede della storica ed indimenticabile EB110. Si tratta di un’auto con scocca in fibra di carbonio, una carrozzeria in alluminio e un motore V12 biturbo, 3760cc, 500 Kw e che viaggia a ben 365 km/h. Se la produzione riuscirà ad affermarsi sul mercato automotive, è prevista la produzione di 21 esemplari.
Bugatti è il simbolo di un sogno tutto italiano, che nel corso della sua storia ha dovuto affrontare diverse battute d’arresto, ma non si è mai arreso. E’ questa la chiave del suo intramontabile fascino!
Ultima modifica: 7 Febbraio 2018