ersario dei 120 anni dell’ACI diventa occasione per un racconto completo sulla storia dell’automobilismo italiano. La Galleria Filippo Caracciolo ospita un percorso che esplora radici, trasformazioni e idee che hanno modellato la mobilità nazionale.
La rassegna, ospitata nello Spazio espositivo ACI – ACI Storico, propone una lettura ampia di un fenomeno sociale che ha accompagnato l’evoluzione del Paese. L’iniziativa rimane visitabile fino al 24 gennaio 2026.

Identità automobilistica
Il Commissario Straordinario dell’ACI, Tullio Del Sette, collega l’esposizione alla lunga relazione tra automobilisti e istituzioni. “Fin dalla sua fondazione, l’ACI ha accompagnato la mobilità e contribuito alla crescita sociale e culturale del Paese”.
Le parole del Subcommissario Giovanni Battista Tombolato delineano la funzione culturale del progetto. “Raccontare 120 anni di storia significa raccontare l’identità dell’Italia motorizzata”.
Tombolato sottolinea l’apertura del percorso. “Diffondere la cultura del motorismo storico e renderla accessibile a tutti, per riscoprire le nostre radici”.
Memoria e futuro
Il Presidente eletto ACI, Antonino Geronimo La Russa, interpreta l’esposizione come riflessione condivisa. “Valorizzare la Storia significa comprendere da dove veniamo e costruire con consapevolezza il futuro dell’automobilista”.
L’evento organizza un dialogo tra automobile d’epoca e trasformazioni della mobilità contemporanea. L’obiettivo è offrire strumenti per capire come l’esperienza del passato continui a influenzare scelte moderne.
Nove modelli ultracentenari
Il percorso include 9 mezzi storici, selezionati tra archivi e musei nazionali. La scelta punta a mostrare mutazioni tecniche e sociali di 120 anni di mobilità italiana.
Le auto in mostra sono cinque. La De Dion Bouton Type E 3.5 HP (1898) si distingue per l’architettura “vis-à-vis”, con passeggeri collocati frontalmente. L’Isotta Fraschini BN 30/40 HP (1910) testimonia l’evoluzione delle prime produzioni nazionali.
La lista prosegue con la Fiat Tipo Zero A (1913) e la Fiat 501 S (1924), modelli che segnano passaggi fondamentali per l’industria torinese. L’OM 665 N5 (1931), derivata dalla “Superba”, richiama memorie delle prime Mille Miglia grazie alla rara configurazione stradale con cinque marce. Le auto provengono dal MAUTO di Torino.
Le moto Frera in esposizione sono quattro. La HP 2½ Modello D Gran Lusso (1914), impiegata anche dai Bersaglieri, introduce soluzioni che influenzarono la produzione motociclistica nazionale. Seguono la HP 4¾ (1916), la 2½ HP (1923) e la Super Sport K V2 350 cc (1927). La selezione proviene dal Museo Frera di Tradate.
Contesto espositivo e interpretazione storica
Il percorso valorizza modelli d’epoca tramite un allestimento che unisce sobrietà museale e cura archivistica. Le auto sono collocate in sequenza cronologica per evidenziare continuità tecniche e svolte di progetto.
La scelta di evidenziare radici del motorismo nazionale permette di osservare i primi impulsi industriali italiani. L’automobile diventa strumento per interpretare crescita urbana, abitudini dei cittadini e nascita della figura dell’automobilista.

Approfondimento tecnico
La De Dion Bouton Type E 3.5 HP (1898) utilizza un monocilindrico posteriore con schema semplice e massa contenuta. L’architettura “vis-à-vis” favorisce dialogo tra passeggeri.
L’Isotta Fraschini BN 30/40 HP (1910) adotta soluzioni meccaniche più moderne con potenza elevata per l’epoca. Stile imponente e proporzioni marcate delineano un’impostazione più matura.

La Fiat Tipo Zero A (1913) introduce un progetto orientato alla diffusione dell’automobile. La meccanica affidabile risponde alle necessità di una clientela in crescita.
La Fiat 501 S (1924) consolida standard industriali della Casa torinese. Struttura solida e motore equilibrato caratterizzano il modello.
L’OM 665 N5 (1931) offre un 6 cilindri con potenza adeguata alle competizioni. La versione a cinque marce garantisce progressione fluida.
La HP 2½ Modello D Gran Lusso (1914) presenta telaio robusto adatto a impieghi militari. La HP 4¾ (1916) aumenta la capacità del motore. La 2½ HP (1923) introduce linee più snelle. La Super Sport K V2 350 cc (1927) adotta un V2 più rapido.
Le 5 cose da sapere sulla mostra ACI
- Esposta nella Galleria Filippo Caracciolo a Roma.
- Visitabile fino al 24 gennaio 2026.
- Comprende 5 auto e 4 moto ultracentenarie.
- Valorizza 120 anni di identità automobilistica italiana.
- Include contributi di MAUTO e Museo Frera.
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Ultima modifica: 4 Dicembre 2025




