Donald Trump tende la mano all’Europa e rinvia di 6 mesi la decisione sui dazi alle auto. Un rinvio che riguarda anche il Giappone. La decisione è stata presa nel corso di una riunione alla Casa Bianca, in cui il responsabile al commercio Usa, Robert Lighthizer, ha convinto il presidente a non aprire nuovi fronti di scontro, sia per non compromettere i negoziati in corso con Bruxelles e Tokyo, sia per non alienarsi i più stretti alleati in un momento di grande tensione con la Cina.
La scadenza dello scorso weekend, quando Trump avrebbe potuto annunciare dazi al 25% su auto e componenti, è stata prorogata di 180 giorni. E l’industria automobilistica, soprattutto tedesca, tira un sospiro di sollievo, con i titoli delle principali case produttrici mondiali, compresa FCA, che salgono, trainando le piazze europee e Wall Street.
Europa e Giappone diversi dalla Cina, per Gli USA
L’obiettivo di Trump resta quello di ridurre l’import il deficit commerciale, ma evidentemente Washington non ritiene di mettere sullo stesso piano il braccio di ferro con Ue e Giappone e quello con la Cina. Tanto più che l’Europa ha già pronto un pacchetto di contromisure da far scattare su almeno 20 miliardi di beni made in Usa, se dovesse essere colpito il settore dell’auto, come ha ribadito ieri la commissaria Malmström.
Nella lista nera di Bruxelles ci sono prodotti come i vini della California, il ketchup, gli snack. E una vasta gamma di prodotti alimentari, come pesce surgelato, succhi, frutta secca, tabacco, vodka, rum, olio di semi, caffè, vaniglia. Non solo: nel mirino ci sono anche biliardi e videogame da sala gioco, attrezzature per il fitness, valigie, elicotteri e prodotti chimici. Insomma, sarebbe un colpo per l’export americano che Trump vuole evitare.
Elena Comelli
Ultima modifica: 20 Maggio 2019