Il comparto delle concessionarie auto, cruciale collegamento tra Case produttrici e acquirenti, sta vivendo una fase di trasformazione.
L’anno 2024 ha visto una riduzione di 1 punto percentuale nei margini aziendali dei rivenditori.

Diverse cause hanno determinato questo calo: l’aumento delle auto-immatricolazioni, la diminuzione del noleggio a lungo termine e un incremento medio del 20% dei costi delle vetture.
La riduzione del potere d’acquisto dei ceti medi e l’aumento del costo del denaro hanno frenato il mercato, comprimendo i margini delle concessionarie.
Un mercato stagnante incide sulla gestione delle concessionarie. La contrazione dei volumi di vendita ha accresciuto l’incidenza dei costi, sia per le risorse umane che per le spese generali.
Nel confronto tra Marchi generalisti e premium, i marchi premium hanno subito maggiori perdite.

I Marchi premium hanno registrato un -1,5% di margine aziendale, rispetto al -0,5% dei generalisti. Anche per costi variabili e generali, i marchi premium hanno mostrato una situazione più critica (-2,1%), rispetto ai generalisti (-1,4%).
I modelli di vendita si diversificano tra reti generaliste e premium. Le reti generaliste prediligono il multimarca, con aree di pertinenza più piccole, mentre le reti premium hanno meno mandati, ma operano su territori più vasti.
Alcuni Marchi hanno introdotto contratti di agenzia, come nel caso del gruppo Bmw, in cui gli stock di vendita restano presso le case madri e le concessionarie agiscono come agenti di vendita.
Per il futuro, si prevede la convivenza di piccole concessionarie e grandi gruppi fino al 2030. Dopo il 2030, se la transizione all’elettrico si concretizzerà come previsto, ottimizzazioni, accordi e sinergie diverranno essenziali per la sopravvivenza.

Sarà necessario adattarsi a nuovi modelli di mercato, dove l’auto di proprietà non sarà più una priorità . Il rapporto con i clienti si modificherà , valorizzando l’after market.
Già ora, l’assistenza è l’unico settore che mostra un saldo positivo per le concessionarie (+4%). “Fino al 2030 credo che resisterà il modello attuale di vendita, dove piccole concessionare convivono con i grandi gruppi“, afferma Dromo Faffa, fondatore e ad di Methodos Consulting.
“Dopo il 2030, se i tempi della transizione all’elettrico verranno confermati in sede politica, credo che ottimizzazioni, alleanze e sinergie diventeranno essenziali per sopravvivere“.
Le concessionarie dovranno adeguarsi
“A nuovi modelli di mercato, dove l’auto di proprietà non sarà più richiesta primaria“.
“Cambierà anche il rappporto con i clienti, per privilegiare in particolare l’after market“.
“Già oggi la voce assistenza è la sola che segna un saldo positivo per le concessionarie (+4%)“.
Le concessionarie devono quindi ripensare le proprie strategie per affrontare le sfide attuali e future del mercato automobilistico.
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Ultima modifica: 3 Febbraio 2025

