Porte aperte, anzi girevoli, tra FCA e Renault, la trattativa per la fusione è aperta. Sarà una questione lunga, come prevedibile. Manley, CEO del Gruppo italo-americano, nei giorni della grande offerta di Fiat Chrysler Automobiles, lo aveva detto. “Servirà un anno“.
Poi sono arrivati i diktat dallo Stato francese, seguiti dal retromarcia giustamente piccato, di FCA.
Ora si va avanti. Il Governo francese dopo la riapertura e il “pentimento” di Jean-Dominique Senard, capo di Renault, che aveva espresso rimorso per la trattativa arenata, ha ceduto il passo.
Manley a Parigi per trattare
Le operazioni ricominciano. Manley venerdì scorso è volato a Parigi. Con una missione chiara, ricominciare le trattativa. L’accordo sarebbe ripreso in base a una formula leggermente diversa, senza una possibile partecipazione di Nissan e Mitsubishi, che partecipano ad un’alleanza con Renault.
FCA e il Marchio francese hanno forti interessi reciprochi e l’intenzione di andare avanti.
Ognuno porrà le sue condizioni. Fiat Chrysler Automobiles pare che pretendere una minore ingerenza dello Stato francese, che detiene il 15% delle quote di Renault, in cambio di garanzie di mantenimento di fabbriche ed operai in Francia.
Porte aperte: perché la trattativa riparte
L’appeal della potenziale fusione è forte per entrambe le parti. Renault ha in nuova Clio una piattaforma di utilitaria che manca a Fiat. Oltre a una tecnologia già operativa sul mercato per auto elettriche ed ibride.
Fiat Chrysler Automobiles sul piatto mette il grande appeal di Jeep e la presenza sul mercato americano, dove Renault latita. E due Marchi emozionali e di prestigio, come Alfa Romeo e Maserati, che i francesi non hanno in portafoglio.
Ultima modifica: 17 Giugno 2019