OnlyOne, l’atelier delle auto da sogno e su misura è a Ferrara. Per comprarla, occorrono almeno 2 milioni e mezzo di euro. Per guidarla, una sconfinata passione per i motori e il desiderio di possedere qualcosa di unico e irripetibile.
La garanzia, del resto, è nel nome: OnlyOne. Un piccolo fenomeno made in Ferrara. Sul cofano non ci sono cavallini o tori rampanti, ma una placchetta d’argento con la firma dell’ideatore. Enea Casoni, ex pilota da corsa con un passato nel mondiale Granturismo, che nel suo atelier di design di Ferrara ha dato vita e forma al suo sogno.
«Ho iniziato con la P1, venduta l’anno scorso non dico a chi e dove – l’esordio –; adesso ho messo in strada la P8, la trattativa è in corso e ben avviata. Ma la mia non è un’operazione per far soldi. Tanto più che il prezzo di 2 milioni e mezzo di euro, a far bene i conti, è persino basso».
Un motore V8 da 600 cavalli, telaio e carrozzeria in carbonio e alluminio, una dotazione tecnologica da supercar, prestazioni monstre: «L’accelerazione laterale è unica al mondo, e anche sulla frenata garantiamo, oltre a piena affidabilità e sicurezza, performance senza rivali», dice Casoni scacciando però l’immagine di un concessionario di lusso. «Tutto è fatto a mano, ogni particolare realizzato con la massima cura, e omologato con le certificazioni più rigorose», dice il ferrarese.
Che per realizzare la vettura, che esibisce un orgoglioso giallo Modena, dice di essersi avvalso «del meglio del meglio della ‘Motor Valley’ emiliano romagnola: lo stabilimento di produzione è l’Imperiale di Mirandola, per gli aspetti tecnologici mi sono rivolto ad aziende della Romagna».
Solo la designer ha valicato sia il Po che il Rubicone: Dalia Narkeviciute è lituana, dalle passerelle del fashion si è calata nei panni di stilista di vetture dalle forme morbide e dal cuore ruggente.
Ma il laboratorio di design è a Ferrara, in un palazzo del 1500 a due passi dalle Mura estensi: di esotico, al massimo, ci sarà il compratore. Il ricavato della vendita, assicura Enea Casoni, non gli servirà per vivere ai Caraibi: «Fosse per me, mi stabilirei nei pressi di uno svincolo autostradale tra Monaco e Berlino, dove si può correre senza badare sempre ai limiti…».
Il futuro, infatti, è già scritto. Anzi, disegnato. Se la P8 è già pronta, ha fatto qualche test sulla pista di Adria e rapito gli sguardi a un rally per supercar di Londra, la Ec12 per ora è soltanto in catalogo.

Il 12 cilindri da 400 all’ora è in rampa
Dodici cilindri, quattro ruote motrici, velocità massima 400 chilometri orari (ottanta di più di quelli cui è stata limitata la ‘sorellina’ piccola, ma solo per garantire maggiore grinta al cambio manuale a sei marce): «Sembra uscita da Blade Runner». Strizza l’occhio Casoni. Deciso a non abbandonare la filosofia dei suoi pezzi unici.: «Mio nonno era amico di Enzo Ferrari e Tonino Lamborghini. Mio padre correva, io ho guidato sulle piste centinaia di bolidi. Ho respirato il fascino dei motori, adesso voglio regalare automobili vive». Rigorosamente, una alla volta.
Stefano Lolli
Ultima modifica: 10 Gennaio 2019