Un contratto a termine stabilizzato, un lavoratore anziano in pensione prima. È la staffetta generazionale, un’idea in teoria semplice ma in pratica realizzata raramente.
Nel cuore della Motor Valley, però, ci sono due casi che potrebbero fare scuola. Ducati, a Bologna, e Lamborghini, a Sant’Agata Bolognese, hanno firmato a febbraio due accordi aziendali con Fim Cisl e Fiom Cgil.
Le intese permetteranno ai lavoratori a cui manchino meno di due anni alla pensione di chiedere l’uscita dal lavoro anticipata. Senza perdere un euro rispetto al reddito che avrebbero percepito rimanendo in azienda.
Per ogni persona che esce, Ducati e Lamborghini stabilizzeranno un lavoratore a termine. Complessivamente, il ricambio permetterà a una cinquantina di persone tra le due aziende di andare in pensione, e ad altrettante di entrare.
Per i 1.500 lavoratori della Rossa di Borgo Panigale, è il terzo accordo in cinque anni. Per i 1.800 della Casa del Toro, la prima. Soddisfatto Michele Bulgarelli, segretario della Fiom bolognese: «Con la contrattazione ci si assume la responsabilità collettiva di favorire l’uscita dei lavoratori vicini alla pensione. E di conservare il perimetro dell’occupazione a tempo indeterminato».
E la staffetta, nonostante l’investimento impegnativo, piace anche alle aziende. Mario Morgese, responsabile delle relazioni industriali di Ducati, individua tre punti di forza: «Si genera occupazione stabile e si creano nuove competenze, anche digitali. Le nuove generazioni hanno nel dna la possibilità di accelerare il cambiamento digitale nelle strutture e nei processi aziendali».
Il terzo punto è la ’ergonomia generazionale’: si tratta di ‘liberare’ le postazioni meno stancanti a livello fisico a favore dei lavoratori over 50, che hanno passato decenni nei reparti più faticosi.
Ma in Italia gli accordi di staffetta generazionale restano rari. «A volte in azienda c’è un problema di competenze che non sono passate nel tempo – spiega Bulgarelli –. Ma per me, così, si è indicata una strada percorribile».
Per Morgese, «la normativa italiana non aiuta. È un percorso abbastanza costoso lasciare a casa una persona accompagnandola alla pensione. Le aziende più avvedute vedono in questo un investimento».
«La mia pensione dovrebbe arrivare l’1 aprile 2022, risparmio meno di un anno. Se me l’avessero proposto prima sarebbe stato meglio, ma meglio tardi che mai!». Antonio Di Marco ha 60 anni ed è in Ducati dal 1979. È stato assunto a tempo indeterminato nel 1981. Ha passato oltre due terzi della sua vita a Borgo Panigale, a costruire moto. «Ho girato tra montaggio motori, verniciatura e altri reparti, da un paio d’anni sono in officina: era l’unico settore che mi mancava».
La staffetta
Ha presentato la richiesta a Ducati per accedere alla staffetta generazionale, che gli permetterebbe di andare in pensione prima, senza perdere soldi rispetto al reddito atteso. «È un buon accordo. Dia per me sia perché si dà possibilità ai giovani di essere assunti. E di giovani qui ne abbiamo bisogno».
Gli Antonio in uscita da Ducati sono una ventina. Con la loro uscita, nella Rossa di Borgo Panigale partirà uno scatto lungo tutto il cursus honorum della stabilizzazione aziendale.
La cascata virtuosa
Un contratto a termine verrà stabilizzato a tempo indeterminato, con part time ciclico verticale. E un lavoratore part time accederà a un contratto full time.
È già successo a Vincenzo Cosentino, 30 anni, entrato in Ducati sette anni fa come stagionale, per coprire i picchi da gennaio a luglio. Nel 2017, la stabilizzazione come part time.
Poi, a febbraio 2020, un altro accordo sulla staffetta generazionale gli ha permesso di fare un ulteriore scatto ed è diventato full time: «Un grande risultato. Ti trovi in una situazione in cui sai di esserti messo in tasca la possibilità di avere una sicurezza sul futuro. Mi ha ripagato di tutto l’impegno».
Alcuni di coloro che hanno anticipato la pensione facendogli posto, li ha conosciuti: «In reparto c’è grande affetto, quando arrivavano questi momenti in tempi normali ci si ritagliava un momento per salutarsi insieme: ti faceva capire che in azienda non sei solo una matricola».
Anche Pasquale Orlando, 29 anni, ha guadagnato un posto a tempo indeterminato grazie alla staffetta generazionale. Era entrato da contratto a termine nel 2017, poi il part time un anno fa: «Con il periodo che stiamo affrontando sono fortunato. Full time? Spero di arrivarci, prima o poi. E anche di crescere all’interno dell’azienda. Intanto da quest’anno sto cercando casa per sistemarmi».
“Vincono tutti”
Tra chi ha messo la firma su tutti gli accordi di staffetta generazionale c’è Bruna Rossetti, storica delegata Fiom: «È una situazione in cui vincono tutti. Le persone che hanno lavorato una vita possono andare in prepensionamento e stabilizziamo giovani. Con la crisi, creare occupazione non è male»
Riccardo Rimondi
Ultima modifica: 15 Marzo 2021