In febbraio sono state immatricolate in Italia 142.998 autovetture con una contrazione rispetto a febbraio del 2020 del -12,3%. Nel valutare questo calo occorre considerare due elementi importanti.
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In primo luogo, il fatto che febbraio dello scorso anno è stato l’ultimo mese “normale” cioè non ancora interessato dagli effetti della pandemia, anche se i primi provvedimenti anti-covid furono adottati il 23 febbraio.
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In secondo luogo, il confronto tra febbraio 2021 e febbraio 2020 è inficiato dal fatto che nell’era del Coronavirus si è molto ridotto il ricorso ai chilometri zero (auto immatricolate per essere destinate al mercato dell’usato con chilometri zero).
Sulla base di questi elementi il calo del 12,3% di febbraio non è positivo, ma non può essere considerato fortemente negativo.
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Questa situazione dipende dalla somma algebrica degli effetti di due fattori di segno opposto.
Da un lato vi è una forte correlazione tra le limitazioni agli spostamenti delle persone e l’acquisizione di ordini e quindi se la pandemia accelera non cala soltanto la propensione all’acquisto di auto legata al quadro economico, ma anche il numero di persone che vanno alle concessionarie.
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Dall’altro lato molto forte è il sostegno alla domanda fornito dagli incentivi previsti con la Legge Finanziaria per il 2021 anche per le autovetture con emissioni di CO2 comprese tra 61 a 135 gr/km, che sono decisamente più interessanti per la maggior parte del pubblico di quelli in vigore per le auto con emissioni comprese tra 0 e 60 gr/km di CO2 e ciò non tanto per una scarsa sensibilità ecologica del pubblico quanto per il fatto che, per le auto elettriche e ibride con la spina (plug-in), vi sono ancora fortissime carenze nella diffusione delle infrastrutture di ricarica.
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A questo proposito va segnalato che, mentre lo stanziamento per gli incentivi alle auto “verdi” (da 0 a 60 gr/km di emissioni di CO2) è più che sufficiente per far fronte alle richieste nell’intero anno, come è accaduto anche negli ultimi due anni, lo stanziamento per le vetture con alimentazione tradizionali con emissioni non superiori a 135 gr/km di CO2 si sta esaurendo molto rapidamente. transizione ecologica.
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Dal giorno dell’apertura delle prenotazioni degli incentivi 2021, cioè dal 18 gennaio a ieri, ben 155 dei 250 milioni stanziati per l’acquisto di queste auto sono stati prenotati e su questa base si può prevedere che lo stanziamento si esaurirà intorno al 25 marzo.
Nel mese di aprile le vendite potrebbero essere ancora sostenute dagli incentivi già prenotati, ma da maggio, l’effetto congiunto dell’accelerazione della pandemia e della fine degli incentivi potrebbe stritolare il mercato dell’auto.
L’opinione del CSP
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, fino a prova contraria l’obiettivo del Governo è sostenere l’economia per raggiungere quest’anno quantomeno l’incremento del 4% del Pil previsto dall’Istat. Il raggiungimento di questo obiettivo non è compatibile con un settore dell’auto al collasso. Occorre quindi che il Governo rifinanzi immediatamente gli incentivi per le auto più richieste dal pubblico. Come, d’altra parte, è indispensabile che il Recovery Plan preveda interventi significativi per sostenere il settore dell’automobile che è strategico anche per la
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Le parole di Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere
“Il dato sulle immatricolazioni di febbraio conferma la pesante condizione in cui versa il mercato dell’automotive, una situazione critica che fa presagire un drammatico e ulteriore peggioramento quando prevedibilmente a fine marzo, inizio aprile, i fondi destinati agli incentivi saranno esauriti. Auspichiamo che il Governo faccia propria l’analisi sui dati sconfortanti del settore e decida di rinnovare quanto prima il sistema degli incentivi, il cui utilizzo sta dimostrando un grosso beneficio ambientale: le nostre valutazioni, basate sui dati delle vendite, indicano che l’incentivazione governativa dei mesi estivi è stata usata per il 60% per l’acquisto di auto ‘verdi’ ed Euro 6 a fronte della rottamazione di vetture obsolete e inquinanti”.
Secondo Crisci
“I dati elaborati dall’UNRAE sull’andamento del mercatoindicano nel 2020 una perdita di fatturato per il settore pari a 10 miliardi di euro, che per le casse dello Stato si traduce in mancate entrate in termini di IVA per 1,8 miliardi; una cifra rilevante alla quale, nell’ipotesi pessimistica di una ulteriore depressione del mercato dell’auto, si rischia di aggiungere anche la chiusura di aziende e la perdita di migliaia di posti di lavoro con i relativi danni economici e sociali”.
Ultima modifica: 2 Marzo 2021