Il mercato auto italiano registra un nuovo calo a ottobre 2024, con 126.488 immatricolazioni, un decremento del 9,05% rispetto allo stesso mese del 2023.
Questo dato allarmante, in aggiunta al rallentamento nei canali di vendita, in particolare del noleggio, preoccupa Federauto, la Federazione dei concessionari auto.
Il Presidente Massimo Artusi sottolinea la mancanza di forze per un rinnovo del parco auto, aggravata dal previsto taglio del Fondo Automotive per il 2025.
Il mercato auto italiano, già in difficoltà , rischia di chiudere l’anno con circa 1.600.000 immatricolazioni, un dato significativamente inferiore rispetto agli oltre 2.400.000 veicoli venduti nel 2001.
L’incertezza generata dalla mancanza di una politica chiara del Governo sulla transizione energetica aggrava ulteriormente la situazione.
Federauto chiede quindi un intervento urgente per definire una strategia che sostenga il settore, con un piano triennale di riforma fiscale a supporto delle piccole e medie imprese.
L’UNRAE e la necessità di un cambio di rotta nella transizione ecologica del settore automotive
L’UNRAE, guidata dal Presidente Michele Crisci, esprime forti preoccupazioni riguardo all’attuale politica del Governo italiano in materia di transizione ecologica nel settore automotive.
Secondo Crisci, i risultati del mercato auto, in costante calo, “sono una chiara conferma della necessità di attenzione al percorso di transizione nel nostro Paese verso la sostenibilità “.
L’associazione ritiene che il settore sia stato ingiustamente penalizzato e chiede un intervento immediato da parte del Governo per riequilibrare le risorse a favore dell’automotive.

L’UNRAE individua diverse aree di intervento prioritario per aiutare il mercato auto. In primo luogo, è fondamentale “rifinanziare l’Ecobonus per i prossimi anni” e “revocare la decisione di tagliare il Fondo automotive“.
Inoltre, sono necessarie nuove misure per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Unione Europea.
Un altro punto cruciale del mercato auto riguarda la fiscalità delle auto aziendali. L’UNRAE propone una revisione per accelerare la diffusione dei veicoli a zero emissioni, modulando la detraibilità IVA e la deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2 e riducendo il periodo di ammortamento a tre anni.
Un rinnovamento più rapido delle flotte aziendali porterebbe a un’offerta più ampia di veicoli ecologici a prezzi accessibili, favorendo il rinnovo del parco circolante con mezzi più sostenibili e sicuri.
Infine, l’UNRAE si esprime in merito alla modifica della tassazione dei fringe benefit prevista nel Disegno di Legge di Bilancio.
Sebbene l’associazione consideri la riduzione delle aliquote per i veicoli BEV e PHEV un passo avanti, suggerisce di applicare tali aliquote in base alle emissioni di CO2 anziché all’alimentazione, “in ossequio al principio di neutralità tecnologica“.
Crisci ritiene, inoltre, che “l’aumento dell’aliquota al 50% per le vetture con emissioni tra 61 e 160 g/Km sia eccessivamente penalizzante” e propone di “mantenere l’attuale aliquota del 30% almeno per il triennio 2025-2027“.
Mercato auto, l’analisi dei dati di vendita evidenzia un quadro preoccupante
I privati si mantengono stabili, ma le flotte registrano un calo dell’11,3% e le auto-immatricolazioni, incluso il noleggio, subiscono una flessione del 22,15%. Anche le alimentazioni alternative stentano a decollare.
Benzina, diesel, GPL, ibride plug-in e veicoli elettrici registrano tutti un segno negativo.
Questa situazione preoccupa i concessionari, che lamentano una scarsa raccolta di ordini e un alto livello di giacenze di auto invendute.
La cancellazione del Fondo Automotive da 4,6 miliardi di euro da parte del Governo non fa che aumentare l’incertezza nel settore.
Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, evidenzia la necessità di un cambio di rotta da parte dell’Unione Europea in merito alla transizione energetica dell’auto.
La posizione attuale, volta a essere leader mondiale in questo campo, sta generando perdite per il settore automobilistico europeo e per l’economia dell’Unione.
La situazione, se non gestita con attenzione, rischia di avere conseguenze catastrofiche. Non solo sul mercato auto.
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Ultima modifica: 4 Novembre 2024