Il mercato auto italiano ha concluso novembre 2024 con un segno negativo. Le immatricolazioni di autovetture nuove hanno subito un decremento del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2023, attestandosi a 124.251 unità .
Questo risultato negativo era previsto dagli operatori del settore, come evidenziato dalle indagini condotte dal Centro Studi Promotor.
Mercato auto, le cause della trenata
Le ragioni di questa flessione vanno ricercate in diversi fattori. Il Presidente di Federauto, Massimo Artusi, sottolinea il disagio di privati e aziende rispetto alla transizione energetica, imposta a livello europeo. L’aumento dei prezzi delle auto nuove, determinato anche dalle politiche per la transizione energetica, ha spinto molti acquirenti verso il mercato dell’usato.
Transizione energetica: dubbi e resistenza
La transizione energetica nel settore auto, fortemente voluta dall’Unione Europea, sta incontrando resistenze da parte del mercato. A novembre 2024, tutte le alimentazioni hanno registrato una diminuzione delle vendite, incluse le auto elettriche (-17,5%). Questi dati mettono in luce le difficoltà del segmento elettrico ad affermarsi come soluzione per il futuro.
Mercato auto, l’impatto sui canali di vendita
La flessione del mercato ha colpito tutti i canali di vendita. I privati hanno registrato un calo del 6,2%, le flotte del 10,4% e il noleggio del 25,01%. Senza le autoimmatricolazioni da parte dei concessionari, il calo sarebbe stato più consistente.
Il paradosso del parco circolante
Nonostante la diminuzione delle vendite di vetture nuove, il parco auto circolante in Italia continua a crescere. Questo fenomeno, apparentemente paradossale, è dovuto all’aumento dell’età media delle auto e all’incremento della domanda di auto usate da parte di fasce di popolazione con minore disponibilità economica.
Mercato auto, prospettive future e incertezza
Le prospettive per il 2025 non appaiono positive. Secondo il Centro Studi Promotor, solo il 5% dei concessionari prevede un incremento delle vendite nei prossimi mesi, mentre il 58% si attende un’ulteriore diminuzione. La transizione energetica, con l’inasprimento delle normative sulle emissioni di CO2, potrebbe aggravare la situazione.
La necessità di un approccio equilibrato
La transizione energetica è un obiettivo importante, ma richiede un approccio equilibrato che tenga conto delle esigenze del mercato e delle imprese. Politiche fiscali punitive, come quelle sui fringe benefit delle auto aziendali, rischiano di frenare la crescita economica e l’occupazione. È necessario un dialogo costruttivo tra istituzioni, industria e consumatori per garantire una transizione sostenibile e inclusiva.
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Ultima modifica: 3 Dicembre 2024