Full Hybrid e Plug-in, aspettando l’elettrico puro. È la strategia dell’automotive, in attesa che decollino incentivi, infrastrutture e l’annunciata Rete di ricarica europea.
C’è un sentire comune a intrecciare il cammino delle case automobilistiche in questo famigerato 2020. L’anno del Coronavirus e della nuova crisi del mercato spinge ingegneri e supermanager verso lo stesso obiettivo: l’elettrificazione delle flotte ma con molta cautela e tante opzioni per il cliente.
Ne offriamo due esempi in queste pagine, analizzando le strategie di Peugeot e Renault, le rivali francesi, entrambe papabili per il matrimonio con FCA, prima che il governo transalpino spingesse John Elkann verso le fauci del Leone.
Leggi anche: Peugeot 3008 Hybrid4, la prova su strada del SUV plug-in ibrido
Peugeot porta al massimo livello di efficienza un suo gioiello, il Suv-crossover 3008 con una versione ibrida plug-in (dunque ricarica alla spina) e trazione integrale.
La ricarica elettrica ottimizza i consumi di benzina ma l’auto può procedere anche con il solo motore termico, se non si trovano stazioni per un pieno di elettroni.
Una scelta pratica, perché assicura all’auto i vantaggi normativi e fiscali delle elettrificate, le consente di viaggiare in puro elettrico nei centri cittadini. E la mette al riparo da lacune della Rete elettrica.
Il tris di Renault
È lo stesso principio abbracciato da Renault con Megane e Captur. Per la più «cittadina» Clio, la best seller della Losanga, la scelta è caduta invece sul full-hybrid. Non ha bisogno di ricarica e sfrutta due motori elettrici come supporto al propulsore termico.
Ecco, Plug-in e full-hybrid: due vie parallele spianate verso il futuro.
Giuseppe Tassi
Leggi anche: Renault E-Tech Clio, la prova della full hybrid ibrido
Ultima modifica: 20 Luglio 2020