Crollo del mercato auto, il settore in Italia è stato annichilito. A marzo è stato un disastro. Serve un piano da tre miliardi in due anni per rimettere in moto il mondo delle quattro ruote.
Il ciclone Coronavirus picchia duro su un settore vitale per l’economia italiana e l’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche straniere che operano in Italia, lancia il suo grido di allarme.
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I dati di marzo calano come una mannaia: 28.326 auto vendute contro le 194.302 di un anno fa, un calo dell’85,4%. Fca ha venduto 4.649 auto, meno 90,34%. In pratica «siamo tornati alle vendite che c’erano in Italia negli anni Sessanta del secolo scorso», calcola il presidente del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano.
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«Servono circa 3 miliardi di euro in 18-24 mesi per ripartire – sintetizza Michele Crisci, presidente di Unrae –, è necessario mettere in campo tutte le risorse possibili, anche perché è a rischio il 15-20% dei 150mila addetti del comparto in Italia».
Crollo del mercato auto: a rischio il 10% del PIL nazionale
L’automotive muove circa il 10% del Pil italiano e ora rischia di infilarsi in una crisi senza ritorno. Secondo uno studio promosso da Unrae sono due gli scenari possibili di qui a fine anno.
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Per il più ottimista, che prevede una ripresa delle attività a giugno, il settore rischia di perdere il 32%, riportando la situazione a livello della crisi mondiale del 2008.
Ma esiste anche uno scenario catastrofico, con la riapertura del mercato a settembre. Che prefigura un calo del 46% con una platea ridotta economicamente in macerie.
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Per questo è indispensabile un piano di stimolazione e di protezione promosso dal governo: «Le case – spiega Crisci – vogliono fare la loro parte. Abbiamo in programma piani di vendite con rate di lungo respiro e slittamento delle garanzie in scadenza. Ma l’input fondamentale deve arrivare dal governo. Nessun piano di protezione è utile se non si stimola la domanda».
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Il nodo chiave è risolvere il problema di liquidità dei concessionari. Quella in entrata si è fermata con le chiusure da virus, mentre le uscite sono stabili. Bastano uno o due mesi di stop per portare i bilanci in rosso. La paura è che le banche individuino il settore auto fra quelli a rischio e chiudano le linee di credito.
Il nodo dell’occupazione
L’Unrae chiede al governo di tutelare l’occupazione, rilanciare l’industria dell’auto e garantire i servizi pubblici essenziali. Per le auto chiede l’ampliamento dell’ecobonus e il riallineamento agli standard europei per i veicoli aziendali con ammortamento fino al 100% della spesa fino a 50mila euro. Ciò dovrebbe portare a un aumento di vendite di 200mila auto con un ritorno notevole per il Fisco.
Giuseppe Tassi
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Ultima modifica: 2 Aprile 2020