Le supercar del futuro nasceranno nella Motor Valley. Eleganti, lussuose, green e ultra tecnologiche, le vedremo sfrecciare nelle terre emiliano-romagnole probabilmente entro il 2023.
Ieri la firma ufficiale della jont venture tra il colosso cinese Faw e l’americana Silk EV (che ha sede anche a Modena) per produrre auto di alta gamma full electric e plug-in nella nostra regione.
Un patto che ha visto l’Emilia capace di unire pure americani e cinesi, quasi a dimostrazione che qui tutto è possibile, anche attrarre un colosso che vende quasi 4 milioni di auto all’anno nella sola Repubblica popolare.
Ieri la firma in videoconferenza, lungo un’immaginaria Via della Seta che è arrivata spedita in Viale Aldo Moro, a Bologna, sede della Regione Emilia-Romagna, alla presenza del governatore Stefano Bonaccini e dell’assessore regionale al Lavoro e allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla.
Ancora top secret lo stabilimento che verrà, ma probabilmente sarà tra Modena e Bologna. Già trapela che sarà enorme, 70mila metri quadri, e proprio per le dimensioni c’è chi azzarda che potrebbe sorgere in Valsamoggia.
L’area papabile sarebbe quella del Martignone, dove già c’è la Philip Morris, che stando ad alcuni parametri sarebbe in pole position, tra le altre zone sondate.
Ma nei mesi scorsi si era parlato anche dello stabilimento ex Bugatti di Campogalliano, quindi non resta che attendere.
Intanto, però, c’è una certezza: il designer sarà Walter De Silva. Un nome famosissimo, che ha firmato gioielli come l’Audi A5, la Miura Concept Lamborghini, le nuove Golfo e Polo. «I miei punti di riferimento sono Ferrari, Porsche, McLaren e Lamborghini», ha annunciato il grande designer.
Che è già al lavoro, nella galleria del vento della Dallara, la storica azienda di Varano de’ Melegari in provincia di Parma. «Siamo in piena attività – ha spiegato De Silva – e la prima architettura del veicolo avrà due presupposti fondamentali: aerodinamica e design».
D’accordo Jonathan Krane, presidente di Silk EV: «I nostri modelli saranno precursori di una nuova era del lusso e della mobilità sostenibile».
In Cina il nome del marchio si legherà al brand Hongqi, famoso per le limousine cinesi dei funzionari del partito comunista, mentre in Italia e nel resto del mondo è ancora in via di definizione.
Le prime auto saranno le S9, poi seguiranno altri modelli. La progettazione e lo sviluppo saranno fatti nella nostra regione, mentre la produzione su larga scala sarà sia in terra emiliana sia a Changchun, dove ha sede il quartier generale di Faw.
Un centro speciale di ricerca e sviluppo nella Motor Valley
Silk EV e Faw realizzeranno in Emilia-Romagna un futuristico centro di innovazione, interconnesso, e impianti di produzione, per circa un migliaio di assunzioni.
In aggiunta, verrà realizzato anche un secondo centro di innovazione a Changchun che produrrà i modelli S5 e S3. «Siamo di fronte a un progetto di straordinaria portata – ha detto Bonaccini –. Il fatto che la scelta sia caduta sulla nostra Motor Valley, la sola a livello mondiale, ci riempie d’orgoglio e premia gli investimenti che abbiamo fatto. Un progetto che si inserisce nel Green New Deal cui guarda l’Europa, che ha nella motorizzazione ibrida, elettrica e in prospettiva all’idrogeno, una delle priorità».
Del resto, qui c’è anche la Motorvehicle University of Emilia-Romagna (Muner), l’università internazionale dell’automotive, che mette insieme i quattro atenei regionali con diversi corsi di laurea internazionali, tra cui il nuovissimo in ingegneria elettrica.
Per dirla con l’assessore Colla: «Nella Motor Valley c’è tutto: design, genialità, competenze».
Conferma Xu Liuping, chairman e party secretary di Faw: «Questa joint venture rappresenta un traguardo importante per l’industria automobilistica cinese, italiana e mondiale».
Rosalba Carbutti
Ultima modifica: 3 Febbraio 2021