In vista un rincaro non gradito. L’annuncio di un possibile ritocco, seppure minimo, nell’ordine del +1,5%, ai costi dei pedaggi arriva direttamente da Autostrade. «Ne stiamo discutendo in questa fase con il ministero», ha spiegato l’ad Roberto Tomasi durante un evento a Firenze.
La decisione, ha poi spiegato Aspi in una nota, è solo in fase istruttoria e sarà decisa dalle autorità competenti dopo quattro anni di blocco ma è prevedibile in base alle regole ‘calmierate’ previste dall’Autorità dei Trasporti.
Aumento dei pedaggi dopo 4 anni
Se così sarà, in ogni caso, sarebbe un ulteriore aggravio del costo della vita degli italiani dopo l’aumento dell’energia, di elettricità e gas, e delle materie prime dunque degli acquisti. Tomasi, che parla di un aumento «risibile», ha ricordato come le tariffe di Autostrade siano «rimaste bloccate a partire dal 2018».
L’incremento, ha aggiunto l’ad di Aspi «sarebbe previsto dal piano economico finanziario di Autostrade a partire da fine giugno-luglio di quest’anno», non sarebbe quindi un ritocco legato al caro energia e materiali.
«Ne usciamo a testa altissima – ha detto Tomasi – rispetto agli incrementi che hanno avuto in questo periodo tutte le altre commodities. È un incremento risibile, legato all’approvazione del piano economico finanziario».
I prezzi dell’energia e delle materie prime, saliti dopo l’invasione della Russia in Ucraina, pesa però anche sui numerosi cantieri che Autostrade per l’Italia ha in giro per il Paese. Per Tomasi, infatti, si tratta di «un problema serio: in questi primi sei mesi noi abbiamo avuto un incremento importante in termini di costi dei materiali che varia dal 20 al 30% mediamente, poi ci sono voci di prezzo con incrementi superiori anche a questo». Tomasi ha però precisato che queste ulteriori voci di spesa non andranno a frenare il piano di investimenti dell’azienda.
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Ultima modifica: 28 Giugno 2022