Un progetto in alleanza tra pubblico e privato per sbloccare la Cispadana, l’autostrada di collegamento diretto tra i territori di Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara che andrebbe a completare il corridoio est – ovest verso il mare Adriatico.
Un’opera concepita nel 2006 e necessaria, secondo Autostrada regionale Cispadana (Arc spa), la società concessionaria, «per migliorare la comunicazione con l’area costiera Ferrarese e Ravennate, il parco del Delta del Po e le città di Ravenna e Ferrara, oltre che per agevolare i flussi di merci e persone verso il porto di Ravenna».
La novità – il project financing (progetto di finanza) pubblico privato – sarebbe al vaglio del governo che si riunirà dopo Ferragosto per discuterla: si tratta di una soluzione per superare lo stop imposto dall’Unione europea che non intende rinnovare la concessione dell’A22 ad Autobrennero spa (il socio di maggioranza di Arc) senza passare dalla gara europea.
Un passaggio importante perché senza la garanzia di una concessione a medio-lungo termine Autobrennero avrebbe meno interesse a investire, sia in termini di ritorno economico sui pedaggi che in capacità di ottenere fidi e prestiti dalle banche a tassi più convenienti.
L’unica opzione fino ad oggi percorribile, gradita all’Ue, era quella di costituire una società ‘in house’, vale a dire a totale capitale pubblico, alla quale rinnovare l’affidamento per 30 anni: bisogna prima però liquidare i soci privati presenti scongiurando i ricorsi, e per farlo occorrono ingenti risorse economiche. Si calcolano almeno 120 milioni di euro.
Adesso però si affianca appunto un’altra possibilità: inserire la Cispadana (assieme ad altre opere come la bretella Campogalliano-Sassuolo, la terza corsia Modena-Verona) nell’unico mega-piano investimenti del Corridoio del Brennero, un project-financing pubblico-privato (Stato-Autobrennero spa). «Il progetto – spiega Graziano Pattuzzi, presidente di Arc – una volta messo a punto avrebbe molte chance di vincere la gara pubblica indetta dallo Stato perché Autobrennero, a differenza di altri potenziali concorrenti, conosce evidentemente punti di forza e di debolezza del tratto e poi beneficerebbe del diritto di prelazione essendo l’ente proponente».
Resta poi da completare il quadro economico.
Il costo dell’opera (attualmente ferma alla valutazione di impatto ambientale del progetto definitivo) è stimato in un miliardo e 300 milioni di euro: «Dai 400 ai 470 milioni di euro – spiega Pattuzzi – li metterebbe lo Stato in sede di progetto esecutivo, terminata la conferenza dei servizi. Il resto li stanzierebbe Arc direttamente o a debito, con la garanzia del partenariato pubblico privato».
In ballo ci sarebbero anche 200 milioni di euro dallo Stato: «Dalle informazioni in nostro possesso a fine luglio la cifra è stata confermata. Si tratta solo di predisporre i dettagli tecnici per far giungere il finanziamento tramite la Regione. Risorse necessarie dopo le ricadute della pandemia sull’equilibrio economico raggiunto: stanno pesando il calo del traffico e l’aumento del costo del denaro».
Non è che la Cispadana sia desiderata da tutti. Anzi, esiste un cartello di associazioni ambientaliste e partiti politici (come Rifondazione comunista e M5s) che l’avversano: «Asfalta centinaia di ettari di terreno agricolo, un colpo duro per paesaggio agricoltura», senza contare l’impatto «sulla qualità dell’aria in termini di aumento delle polveri sottili».
A replicare è il presidente della Provincia di Modena Gian Domenico Tomei: «Abbiamo un problema molto serio di viabilità sull’Autostrada del Sole nel nodo di Bologna, non solo nel periodo delle vacanze, ma anche nei tempi ordinari. In più occorre velocizzare il raggiungimento del porto di Ravenna, strategico per le aziende manifatturiere. Per snellire il traffico occorre una nuova infrastruttura».
Inoltre, prosegue Tomei, «nel 2012 dopo il terremoto gli imprenditori del biomedicale dell’area Nord ci hanno chiesto l’autostrada. Abbiamo garantito loro che sarà costruita, che non avevano bisogno di delocalizzare. E’ impensabile che un distretto come il biomedicale di Mirandola che vende in tutto il mondo non abbia un casello di collegamento con l’autostrada».
Gianpaolo Annese
Ultima modifica: 12 Agosto 2021